Un nuovo scenario

Apr 7th, 2012 | Di cc | Categoria: Ambiente

Ciò che un giorno era segnale tangibile del successo raggiunto, l’ostentazione più frivola del proprio ego compiaciuto, oggiAggiungi un appuntamento per oggi appare solo come un fardello, segno tangibile di una parentesi temporale definitivamente chiusa o comunque difficilmente sostenibile. La crisi sistemica che ha coinvolto il mondo intero corre il serio rischio di modificare radicalmente le abitudini, riportando in voga l’aspetto concreto di ogni agire a scapito del superfluo. Ora, se il tutto è frutto di un processo logico di conservazione, in Italia questa progressiva e consapevole mutazione, ha assunto contorni assolutamente drammatici, soprattutto partendo dal concetto che un illecito, se perpretato, diventa lecito.

La improvvisa presa di coscienza dello Stato ed il suo inaspettato e contestato richiamo all’ordine ha provocato un delirio collettivo, tale da causare un immediato arresto dell’economia, con particolare riferimento a tutti quei prodotti che, per loro collocazione di prezzo, possono costituire un grave indizio di una ricchezza occulta. Ecco quindi la demonizzazione del prodotto Automotive di categoria premium, al quale assistiamo atterriti. Ma la riflessione che mi pone questo fenomeno di massa, è estremamente complessa.

E’ piuttosto evidente che l’elevato tenore di vita degli ultimi anni sia stato supportato da una enorme evasione fiscale. Di fatto tutti coloro ai quali era concesso di omettere un quota consistente del proprio reddito se non addirittura tutto, destinavano la quota di illecito, all’acquisto di beni voluttuari e poco durevoli; di fatto questo equivaleva a disporre di un reddito che, almeno in teoria, nemmeno sarebbe dovuto essere disponibile. Pertanto, il proliferare di strutture destinare a soddisfare tale bisogno, erano solo un canale di sfogo per i proventi da attività illecite ed a loro volta basi per generare ulteriore illecito. Ma l’aspetto più curioso è il modo veemente che si registra nei soggetti, nel reclamare il diritto a gestire una ricchezza di cui disponevano senza nessun titolo, additando il Governo come ladro ed approfittatore. E’ un paradosso che vede il ladro accusare di furto il leggittimo proprietario del bottino, solo per il fatto che non è disposto a cederlo. In conseguenza di quanto sopra descritto possiamo in assoluta serenità, affermare che l’economia di tutto il paese era solo una corrente di flusso destinata irrimediabilmente ad arrestarsi nel tempo.

La domanda che mi pongo, e che pongo a tutti quelli che vorrano rispondere, è la seguente. Partendo dal presupposto che se un Governo da luogo ad un’azione tanto vibrante non sarà certo sua intenzione ritornare sui suoi passi nel medio termine, è opportuno pensare che il settore premium, con particolare riferimento al premium, sia destinato se non a sparire, a ridimensionarsi enormemente? Alla luce di una oggettiva qualità dei prodotti generalisti, della loro maggiore competitività in termini di prezzo e costi di gestione, ma soprattutto in ragione di una minore visibilità fiscale (neologismo), è uno scenario veritiero quello che contempla un parco circolante fatto da “quelli che stanno al centro”? E’ ipotizzabile un cambio definitivo di approccio all’oggetto auto in quanto strumento ludico a favore di quello concreto con una precisa destinazione d’uso? In buona sostanza, esiste ancora questo strano essere che un tempo affollava le concessionarie e che risponde al nome di cliente?

d’Emmanuele Claudio

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