Torna la crisie la crescita deve aspettare.

Mar 30th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

La crisi globale non è affatto finita, anzi continua. E il fatidico “spread” che misura la differenza tra i titoli di Stato italiani e quelli della Germania Federale è ritornato a quota 340, un livello di assoluto pericolo. Intanto la Borsa Valori di Milano torna a segnare ribassi che spaventano gli investitori. Il quadro internazionale, dunque, si complica, mentre sul fronte interno la gelata dei consumi e della produzione si traduce in una vera recessione.

 

Scrive, il Sole 24 Ore, che la lezione della crisi non è stata capita. I timori che oggi dominano i mercati sono gli stessi di ieri e dell’altro ieri. Da un lato, la mancanza di fiducia nella stabilità delle banche; dall’altro, la mancanza di un’azione unita e concreta dell’Europa per salvare definitivamente i debiti sovrani. Il vecchio continente non può assistere in silenzio prima al crollo mascherato della Grecia e ora alle contorsioni di due Paesi importanti come la Spagna e il Portogallo.

 

L’aumento dei fondi europei destinati a fare argine, muro, bastione, diga, la denominazione non importa, contro le speculazioni ricorrenti non è ancora arrivato ad un livello sufficiente. E di fronte al miglioramento temporaneo e ingannevole degli “spread” hanno prevalso ancora una volta gli egoismi nazionali: meno denaro si tira fuori, meglio è, questo è il ragionamento nascosto dei Paesi più forti.

 

La sfiducia nelle ricette europee purtroppo è ancora serpeggiante. E i semplici discorsi di buone intenzioni, senza i fatti conseguenti, non bastano a frenare gli speculatori, gente spietata e concreta. Un problema ulteriore è dato dalla stretta globale agli investimenti per cui la maggior parte delle imprese europee cerca soltanto di sopravvivere senza potersi sviluppare e sopratutto senza creare nuovi posti di lavoro.

 

Ecco così che la Spagna entra in uno sciopero generale molto rischioso, dagli esiti imprevedibili, mentre gli esperti finanziari sollevano nuovi interrogativi su tutta l’operazione di salvataggio della Grecia. È tornato l’allarme rosso mentre ancora non è neanche minimamente ripartita l’economia. E chi sperava in una boccata d’ossigeno per le famiglie e per le imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni, vede davanti a sè un’altra annata dura e piena di nuvole nere all’orizzonte.

 

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