Da diciotto anni il PDL ha messo il lavoro sempre al primo posto

Mar 16th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Era l’inizio del 1994 quando un’Italia ancora percossa e attonita dagli scandali della politica si sentì rivolgere l’appello concreto a creare un milione di posti di lavoro e a riformare il suo vetusto sistema pensionistico. Fin dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi, il lavoro è stato al primo posto nella agenda del nuovo centrodestra. E il bravo Bersani dovrebbe ripensare alla storia recente del nostro movimento prima di asserire che il segretario Alfano scopre solo oggi la tuta blu.

 

Il primo Governo Berlusconi fu travolto, come sappiamo, dal famoso avviso di garanzia di Napoli, poi finito nel nulla ma bastante allora per far cadere anche le speranze di quei posti di lavoro. Dopo la lunga e poco produttiva parentesi degli esecutivi di centrosinistra, fu ancora Berlusconi a insistere, nella campagna elettorale del 2001, sulla necessità di dimezzare la disoccupazione attraverso la creazione di un milione e mezzo di posti di lavoro. La promessa contenuta nel famoso “contratto con gli italiani” fu in buona misura realizzata, nonostante le difficoltà della congiuntura economica. Tanto che il tasso di disoccupazione, nei cinque anni della legislatura, diminuì dal 10 a meno del 7 per cento, un livello eccellente, quasi fisiologico.

 

Il tentativo di innovare profondamente il mercato del lavoro attraverso la abolizione dell’articolo 18 fu effettuato dal governo di centrodestra a partire dal 2001 e non riuscì ad andare in porto soltanto per la durissima opposizione della Cgil che portò milioni di persone in piazza. Ma il governo conseguì il grande successo di una riforma del lavoro che tuttora resta in vigore, grazie all’azione del ministro del Welfare Maroni assistito dal giuslavorista Marco Biagi, poi ucciso a Bologna proprio per questo motivo in un agguato terroristico.

 

Il lavoro è stato, dunque, ed è sempre e saldamente al centro dell’iniziativa del Popolo della Libertà. Basta pensare che il Presidente Berlusconi fin dal 1994 rivendicò il ruolo fondamentale degli uomini che provenivano allora dal fronte del lavoro e dell’impresa verso chi invece aveva fatto della politica la propria professione. Fu una ventata di novità e di rinnovamento che dura tuttora e che ha posto il lavoro non soltanto in primo piano nella vita quotidiana ma anche nell’azione politica. E di tutti questi dati concreti dovrebbe ricordassi il leader del partito democratico prima di accusare Alfano di avere scoperto soltanto adesso la tuta blu del mondo del lavoro.

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