Per l’economia non si vede ancora l’alba
Mar 12th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
È arrivata finalmente l’alba della ripresa per la nostra economia, dopo la lunghissima crisi globale? È questa la domanda alla quale ha cercato di dare risposta una nutrita pattuglia di economisti di area liberale e di tecnici di governo al convegno di Orvieto per la formazione dei quadri del Popolo della Libertà. Tema scabroso, che si è sviluppato sulla citazione da parte del moderatore di una massima, carica di speranza, di Giordano Bruno per cui l’ora più buia della notte è sempre quella che precede il mattino.
E se i membri del Governo hanno annunciato i primi sintomi di ripresa, i primi, lontani e ancor pallidi chiarori dell’alba, altri hanno invece affermato che siamo ancora nel pieno di una crisi disastrosa assai più di quella del 1929 quando l’America prima e il resto del mondo poi furono colpiti dalla Grande Depressione. Di certo c’è un macigno pesante da rimuovere: quella disoccupazione giovanile oltre il 30 per cento, un ragazzo o una ragazza su tre, con punte molto, molto più elevate nel Meridione, che però neanche l’Europa riesce a scalfire. Tutti d’accordo che bisogna mettere in moto la ripresa, ma come? Anzitutto, cercando di riaprire il rubinetto del credito da parte di quelle banche che proprio nell’ultima settimana hanno ricevuto una iniezione di 530 miliardi di euro a livello europeo, 140 a livello italiano, a bassi tassi d’interesse.
Tenendo fermo il punto che le banche sono portate a privilegiare purtroppo gli investimenti a minor rischio, è vero anche che la ripresa non ci sarà se non torna la fiducia tra gli imprenditori, gli unici in grado di creare posti di lavoro dopo la brusca frenata e addirittura i tagli del settore pubblico. Il nostro, comunque, hanno detto gli studiosi della società civile, è un Paese che sgobba, pronto a fare sacrifici, se vede davanti a sé un traguardo anche lontano. Resta il dubbio di fondo: se il rigore adottato su volontà della ricca Germania con il concorso della meno ricca ma salda Francia, possa essere utilmente imposto a tutti gli altri Paesi dell’Europa e se il pareggio di bilancio stabilito a così alti livelli possa permettere anche il rilancio di economie sull’orlo della depressione.
Da questi interrogativi legati alle decisioni di Bruxelles e da altri in relazione invece alle scelte interne, dall’apertura del mercato del lavoro agli stimoli al credito e agli investimenti, dipende il futuro prossimo. Ma se tutti insieme non ci daremo da fare, forze politiche e governo tecnico, con quello spirito di responsabilità mostrato dal nostro movimento con il passo indietro dal governo per favorire una maggioranza trasversale più ampia nell’interesse dell’Italia, la notte non cederà il passo all’alba della ripresa economica.
Schifani: Berlusconi sarà protagonista dell’area moderata
“Berlusconi ha già dichiarato che non intende ricandidarsi premier ma rimane uno dei fondatori del centrodestra, un protagonista della vita politica del Paese. Non ritengo vi siano i presupposti perché lasci la politica, è un elemento centrale di una eventuale futura area moderata”. Lo afferma il presidente del Senato, Renato Schifani, ospite si In mezz’ora su RaiTre, rispondendo a una domanda sul futuro politico dell’ex premier.
“Io lo vedo come fondatore e soggetto politico principale, ma sarà Berlusconi a decidere il suo ruolo”, conclude la seconda carica dello Stato