Alfano: il PdL regge bene e smentisce i soliti gufi

Feb 24th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

“A palazzo Chigi abbiamo parlato di Rai, mercato del lavoro, giustizia. Abbiamo detto a Monti che e’ il momento buono per fare la riforma della giustizia”. Lo afferma ospite di Otto e Mezzo, il segretario del Pdl Angelino Alfano, a proposito del colloquio avuto l’altro giorno, assieme a Silvio Berlusconi, con il premier Mario Monti.

Alfano affronta diversi argomenti durante la trasmissione.

 

Pdl. “Il Popolo della Libertà è nato nel 2008. Ora si deve confrontare con il nuovo Esecutivo dopo essere stato il partito di Berlusconi. Siamo nati per stare al governo, per sostenere quello scelto dagli italiani nel 2008 e oggi abbiamo dovuto dire una cosa diversa rispetto al nostro mantra: abbiamo fatto una cosa differente stante l’emergenza. E’ una scelta che ci ha fatto patire e non e’ del tutto condivisa”. Comunque “nelle ultime due settimane abbiamo ricominciato a risalire” nei consensi.

 

Monti. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi con Monti, Berlusconi “non ha chiesto a Monti di rimanere a capo del governo anche dopo il 2013, gli ha riaffermato però la sua stima. Non e’ corretto chiederglielo. Chiunque domandasse in questo momento al Presidente del Consiglio queste cose e’ perche’ vuole metterlo in difficoltà. Se oggi il Pd dovesse dire ‘viva Monti’ metterebbe il premier in imbarazzo e sarebbe la stessa cosa se lo facesse Berlusconi. Se ogni giorno dovessimo affermare che Monti sara’ il Premier anche oltre il 2013 lo costringeremmo a smentire ogni volta. Il professore non si presterebbe comunque ad operazioni di parte”.

 

Partiti. “Noi attraversiamo un momento di difficoltà e credo di condividere questo momento di difficoltà con gli altri partiti. Se guardiamo i sondaggi ci accorgiamo che circa la metà non risponde e questo significa che il cinquanta per cento dei cittadini non si riconosce nelle attuali forze politiche. La nostra sfida è dare una risposta a milioni di italiani che non si riconoscono oggi in quelle stesse forze. A noi è capitata la cosa più traumatica che poteva capitare a un partito” con la caduta del governo Berlusconi: “stiamo reggendo meglio rispetto alle nostre previsioni e siamo fiduciosi sul futuro”.

 

Lega. “Speriamo che alle amministrative ci possano essere alcune città che abbiamo governato insieme alla Lega in cui possiamo correre insieme. Se così non dovesse essere per noi sarà un dispiacere, ma se a noi si chiede di scegliere tra l’Italia, il cui bene ora e’ rappresentato dal sostegno al governo Monti, e un alleato, noi mettiamo sempre e comunque al primo posto l’Italia”.

 

Udc. Casini è arrivato prima del Pdl sulla realizzazione di un partito di centro? “Non e’ un tema che mi appassiona, perche’ l’importante e’ incontrarsi a un appuntamento, non chi l’ha deciso. Il nostro scopo e’ unificare l’area moderata italiana, lo abbiamo detto fin dalla nascita del Pdl: lo scopo e’ ricomporre i moderati e non abbiamo mai perso di vista questa prospettiva”.

 

Lavoro. “Il governo deve usare il dialogo e la decisione, ma il dialogo non puo’ essere un infinito ‘bla bla’, se la riforma del mercato del lavoro serve e se il governo e’ stato votato da tutti noi anche per fare scelte piu’ avanzate, sarebbe una delusione se questo governo non decidesse sulla riforma del lavoro”. Quanto all’articolo 18, “io lo manterrei, avendo pero’ la sicurezza che i giudici non obblighino il reintegro di chi fa furti nell’albergo in cui lavora. Questo articolo è stato rovinato dalla sua applicazione, doveva difendere i lavoratori e invece ha difeso tutti”.

Sull’ipotesi di sospenderlo per i primi tre anni di assunzione: “non buttiamo sul tavolo proposte come fossero patatine, attendiamo che Fornero faccia una proposta del governo e poi le forze politiche si assumeranno la responsabilita’ di dire sì o no”.

 

Berlusconi. Berlusconi può essere protagonista della politica di domani anche non stando al governo e lui ha detto che darà il suo contributo determinante per la riunificazione dell’area moderata”. Sull’ipotesi di una candidatura del Pdl dell’ex Premier al Quirinale: “io lo voterei, ma dato che sono una persona responsabile non lo candiderei oggi, dirlo ora esarebbe un gesto di imprudenza”.

 

Responsabilità civile dei giudici. “Le possibilità sono due: se il governo propone un emendamento soppressivo di quello votato alla Camera, allora noi ci opporremo. Se invece il governo riconosce che il principio e’ corretto, cioè che anche un giudice quando sbaglia deve pagare, e propone una riformulazione dell’emendamento, allora su quello potremmo ragionarci”.

 

Rai. Con Monti non è stata affrontata la questione delle nuove nomine ai vertici Rai e della futura governance: “non ci siamo occupati di poltrone. Non abbiamo mai fatto richieste lottizzatorie, noi non siamo fautori delle mani della politica sulla Rai, prima ascolteremmo il progetto del governo e poi ci esprimeremo. Però la legge Gasparri è una buona legge in grado di garantire il pluralismo dell’informazione”.

 

Processo Mills. “Siamo alla vigilia di una sentenza inutile, siamo assolutamente amareggiati perché tutti coloro che si sono occupati di giustizia hanno detto che è meglio dedicare le risorse scarse ai processi vivi e non a quelli morti, cioè destinati alla prescrizione. Rinunciare alla prescrizione per Berlusconi sarebbe un vantaggio se lui pensasse di poter avere un processo equo, ma così non è”.

Tremonti. Giulio Tremonti milita nel Pdl, d’altra parte “non ha revocato l’iscrizione al partito”. E quanto alle sue posizioni distinte da quelle di parte del Pdl “noi siamo un partito democratico”.

 

 

 

Mafia/Alfano: incredulita’ e amarezza per la vicenda Mannino

 

Lunga e cordiale telefonata, questa mattina, tra il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, e Calogero Mannino, a seguito della notizia, apparsa sui giornali, dell’avviso di garanzia che lo avrebbe raggiunto.

Il segretario Alfano, durante l’affettuoso colloquio, ha espresso incredulita’ e amarezza per quanto e’ accaduto, soprattutto perche’ dopo diciassette anni di calvario conclusi con una assoluzione, a 71 anni, la vicenda di Mannino pretende celerita’ da parte della giustizia. Altri diciassette anni, cosi’ ha precisato Alfano, sarebbero inumani e inspiegabili.


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