Fatti & Misfatti: I giornali non disturbano il conducente

Feb 24th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Fatti & Misfatti. I giornali non disturbano il conducente Feb 24th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica | Edit

 

I tre militari morti in Afghanistan e liquidati con qualche messaggio e due sbrigative cerimonie, i due marò sequestrati in India e penosamente derubricati a “caso diplomatico”.

Segni particolari in comune: sono (erano) giovani volontari, credono (credevano) in un ideale, da anni rischiano (rischiavano) la pelle per il nostro Paese nei deserti o sui mari del mondo.

Virtù comunemente riconosciute in ogni paese civile, ma qui da noi un po’ meno da troppa gente per la quale il più grosso difetto è indossare la divisa e che trova sponda in una stampa, grandi e piccoli quotidiani, votata da anni di falso pacifismo alla prudente rassegnazione del coraggio di don Abbondio.

Guardiamo il caso dei due marò richiamati in porto con l’inganno, letteralmente sequestrati dalle autorità indiane e gettati in gattabuia.

Il popolo della “rete” si è scatenato e la solita congrega di mascalzoni rigorosamente anonimi scrive al Times of India di “italiani codardi che sparano a lavoratori disarmati”.

L’inviato di Repubblica ci commuove a tutta pagina con la rabbia dei pescatori indiani e- tanto per lisciare il pelo ai mascalzoni di cui sopra- riesce a rintracciare l’unico giurista al mondo disposto a dichiarare che gli indiani hanno ragione. Le famiglie dei marò ringraziano. Quanto all’Unità, la notizia-guida è la destituzione di Vattani, “console fascio-rock”. Sull’India un articolo anodino e già c’è da ringraziare che non si parli di fasci-marò.

Ricordate il caso umano delle due Simone? Paginate e paginate per le due vispe quanto imprudenti fanciulle.

Ora due uomini in carne e ossa, due nostri soldati il cui futuro è impalpabilmente affidato “all’azione costante su tutti i canali disponibili sul piano informale e ufficiale” (il ministro Terzi) non sono un caso umano ma diplomatico e basta.

Quanto ai tre militari morti in Afghanistan, di fronte a tanta complessiva indifferenza per le vittime e le loro famiglie, nessuno che si sia precipitato all’aeroporto per accoglierli e i messaggi istituzionali di sempre, anche il Corriere della Sera si è sentito il dovere di spendere un commento per dire che “quei tre soldati italiani non sono morti di serie B”, in quanto scomparsi in un incidente e non per una bomba dei talebani. Ma qui una cosa occorre dirla.

Accanto alle parole di dolore stavolta sono mancate anche quelle di giubilo (ricordate “dieci, cento,mille Nassiriya”?) e anche quelle di protesta per richiamare il governo al dovere di ritirare le truppe “di occupazione”. Prima, ad ogni soldato o carabiniere caduto in Afghanistan, seguivano manifestazioni, cortei, interpellanze. Come mai questo silenzio? Chiamalo, se vuoi, effetto Berlusconi…

Immigrati/Maroni: condannata l?Italia? Misure giuste, rifarei tutto

“Io sono assolutamente convinto che tutto sia stato fatto nel rispetto delle norme europee. Quei provvedimenti hanno salvato moltissime vite che sarebbero state messe a rischio dai viaggi sui barconi. Sicuramente lo rifarei”. Cosi’ l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commenta la sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l’Italia per i respingimenti verso la Libia.

Immigrati/Gasparri: l’Europa ragiona su principi astratti

“La sentenza della Corte europea che condanna il nostro Paese per aver rimandato clandestini in Libia e’ senza dubbio da approfondire. L’impressione e’ che a Strasburgo si ragioni su principi astratti”. Lo ha dichiarato in Aula il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. “La sicurezza delle frontiere non e’ un problema che riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Unione europea. Il governo Berlusconi aveva attuato la politica dei respingimenti sulla base di precisi accordi con la Libia e comunque in linea con il diritto internazionale. L’Unione, finora inerme, ci dia piuttosto una mano perchè non possiamo più permettere che le nostre coste siano invase da nuove ondate di immigrati”.

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