La priorità sono le riforme

Feb 19th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Premesso che nessuno ha la bacchetta magica, e quindi neanche Monti, tanto che il giorno dopo il suo trionfale discorso al Parlamento europeo lo spread è risalito sopra i 400 punti, i partiti hanno comunque il dovere di difendere il loro insostituibile ruolo democratico per dimostrare che la politica è in grado di guardare al futuro anche in questo momento di “vacatio” tecnica. Inutile dire che il banco di prova più probante per tutte le forze politiche è il percorso delle riforme, che però è ancora da costruire nonostante la sbandierata buona volontà manifestata nella girandola di incontri trasversali in atto.

Il Pd, intanto, deve chiarirsi le idee, visto che i suoi dirigenti parlano spesso lingue diverse.

 

Ieri, ad esempio, Enrico Letta ha detto che si deve trovare un testo condiviso della nuova legge elettorale entro Pasqua “o non ci saranno i tempi per approvarla“, mentre Violante la riforma elettorale non potrà vedere la luce prima del prossimo autunno. Entro l’estate ci sarebbe la prima lettura in una delle due Camere della riforma costituzionale e poi, alla ripresa dei lavori parlamentari, a settembre, l’altro ramo del Parlamento approverebbe il ddl costituzionale in seconda lettura.

 

A questo punto le Camere potrebbero approvare la riforma della legge elettorale. Successivamente, a distanza di tre mesi dalla prima lettura, Camera e Senato potrebbero procedere all’approvazione definitiva del disegno di legge di riforma costituzionale. Mancando poco più di un anno alla fine naturale della legislatura, il ragionamento sui tempi è evidentemente basilare, ed è essenziale ricercare al più presto un denominatore comune sia sulla nuova architettura istituzionale che sulla legge elettorale.

Per il momento, l’accordo sembra più vicino sul primo punto: fine del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari, sfiducia costruttiva, possibilità del premier di nominare e revocare i ministri e di chiedere al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere.

 

Più in salita appare invece il percorso della legge elettorale, rispetto alla quale Pdl e Pd hanno trovato una convergenza di base sul fatto che non si dovranno reintrodurre le preferenze, fonte di spesa e di corruzione.

Il Pdl, inoltre, ha rinunciato a riproporre il premio di maggioranza, mentre il Pd ha riposto nel cassetto il sogno del doppio turno alla francese. Per tutto il resto ognuno ragiona legittimamente sulle proprie convenienze e sulle possibili future alleanze.

Per agevolare la soluzione andrebbe sgombrato il campo da alcuni pregiudizi “ideologici”, a partire da quello secondo cui il sistema proporzionale avrebbe effetti letali per la conversazione del bipolarismo.

Sarà il caso di ricordare, a questo proposito, che il massimo della frammentazione politica è stato raggiunto ai tempi del Mattarellum, con 27 gruppi presenti in Parlamento. In realtà, un sistema proporzionale con una significativa soglia di sbarramento è in grado di favorire il mantenimento del bipolarismo senza imporre preventivamente la scelta di alleanze forzose.

 

Giustizia/Casoli: si apra un confronto sereno sulla riforma

“Sulla riforma della giustizia non e’ piu’ possibile tergiversare. Come ha fatto notare il presidente della Repubblica e’ necessario mettere mano ad alcune questioni, come sulle esternazioni dei magistrati ed il loro rientro in servizio dopo aver assunto incarichi politici”. Lo dichiara il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Francesco Casoli. “Sono ormai anni -aggiunge- che il Pdl si batte per una riforma della giustizia e gli ostacoli frapposti in passato da alcuni elementi della maggioranza e dalla stessa magistratura hanno impedito di procedere nel senso indicato dal Capo dello Stato”. “La speranza e’ che adesso le parole del presidente Napolitano permettano di aprire un confronto serio e sereno, convincendo la sinistra e anche qualcuno all’interno delle istituzioni che la riforma della giustizia non e’ un colpo di mano. Piuttosto -conclude- un’improcrastinabile questione di civilta’ e di democrazia”.

 

 

Giustizia/Gasparri: bene Napolitano, il PdL lavorerà alla riforma

 

Il Pdl si impegnera’, in questo scorcio di legislatura, a riformare la giustizia. Lo annuncia il Presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri che plaude all’ intervento ieri di Napolitano al Csm dove ”ha affermato che c’e’ un eccesso di esternazioni alla stampa da parte dei magistrati, spesso prive del senso della misura, e che deve essere disciplinato il rapporto ingresso-uscita dalla politica dei magistrati, non essendo tollerabile che gli stessi possano tornare a giudicare dopo avere fatto politica”.

”L’intervento del Capo dello Stato, assolutamente condivisibile, non ha destato alcuna polemica” osserva Gasparri che poi sottolinea come ”le stesse identiche cose furono affermate pochi mesi fa, sempre davanti al Csm dall’allora ministro della Giustizia Nitto Palma. In quell’occasione fu ben diverso il fuoco polemico ed il senatore Palma - ricorda Gasparri - fu accusato di voler mettere il bavaglio ai magistrati e di voler bloccare l’azione del Csm. Adesso il Capo dello Stato gli rende giustizia e principalmente rende giustizia alla politica del Pdl”. ”Adotteremo, quindi, immediatamente - annuncia il capogruppo del Pdl al Senato - le iniziative legislative per sanzionare disciplinarmente le esternazioni fuori misura dei magistrati e per rendere completo il sistema sanzionatorio disciplinare. Un sistema stravolto dagli interventi di modifica apportati dal governo Prodi nel 2006 alla legge sull’ordinamento giudiziario varata dal governo Berlusconi”.

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