Governo, ci vuole un cambio di passo

Feb 16th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Neppure Mario Monti fa miracoli. E adesso lo si vede nei fatti: il calo del Pil dello 0,7 per cento nel terzo trimestre 2011 è peggiore delle stime (si prevedeva un meno 0,6), ma ciò che più preoccupa è la recessione, già iniziata per l’Italia, e che si protrarrà per almeno l’intero 2012.

 

Lo ha ammesso del resto lo stesso ministro dello Sviluppo Corrado Passera: “Ci attendono mesi difficili, succede raramente di avere un periodo così prolungato di difficoltà economica”. La Banca d’Italia segnala inoltre che il debito pubblico, in discesa ad autunno scorso, è tornato a crescere di 55 miliardi in cifra assoluta, ma che in percentuale al Pil rischiano di portarci ben oltre il 120 per cento se continua la recessione.

 

Monti gode di una innegabile e certo meritata buona immagine (e buona stampa) in Italia e in Europa; ma ciò che ancora non si intravvede, magari neppure per colpa sua, è il cambio di passo dell’Italia nell’uscire realmente dalla crisi. Ancora meno si riesce a comprendere se la strada di assoluto rigorismo imposta a tutti dalla Germania non sia invece controproducente per un continente dove perfino i paesi più forti segnalano crescita intorno allo zero o sottozero. E’ l’Europa a 27 a evidenziare un meno 0,3 di media, non considerando i casi clamorosi di Grecia e Portogallo.

 

Se adesso tutti si chiedono, riguardo alla Grecia, che cosa ne resterà dopo la cura teutonica (sia nel caso di “salvataggio”, sia in quello di uscita dall’euro), il discorso andrebbe esteso all’intero continente dove l’unica a godere è la Germania con il suo attivo commerciale mai visto di mille miliardi. E, poiché a noi sta a cuore ovviamente l’Italia, è logico porsi la stessa domanda riguardo a noi.

 

Il fatto che il premier sia accolto con riguardo nelle capitali estere non può che farci piacere; restano da capire due cose: se tanta attenzione non sia largamente interessata, visto che persa comunque la Grecia occorre difendere la trincea italiana; e quale reale influenza Monti sta avendo sulla Merkel ed i suoi satelliti del Nord Europa (Olanda, Finlandia) per correggere una linea che in tutto il mondo, fuori dall’euro, è considerata sbagliata e controproducente.

All’interno, il governo tecnico sta andando avanti sulle riforme, o almeno così si dice. C’è una parte di verità e nessuno nega la buona volontà di Monti e dei suoi. Ma – tanto più sul mercato del lavoro, e prima ancora sulle liberalizzazioni – si vede come alle intenzioni facciano fatica a seguire i fatti. Chi ricorda la battaglia dei taxi e delle farmacie? Non era certo da lì che passava il rilancio dell’Italia.

 

E’ urgente mettere mano a riforme vere, dal lavoro al fisco, dove il centrodestra aveva già ottenuto risultati concreti. Ed è altrettanto urgente ridiscutere con la Merkel di ricette e regole europee. Anche perché fra due mesi si vota in Francia, e l’intero scenario potrebbe cambiare. E Monti e l’Italia non possono farsi trovare senza una linea che non sia quella della cancelleria tedesca.

 

 

Monti dica ora se ci sarà il Giubileo 2025

 

“Il presidente Monti venga in Aula a spiegare i motivi di questa retromarcia del suo governo su decisioni prese dall’esecutivo precedente e confermate dal voto di tutte le amministrazioni comunali, provinciali e regionali sulla candidatura di Roma e dell’Italia alle Olimpiadi 2020. Si e’ persa una occasione irripetibile per ospitare in Italia un evento che avrebbe calamitato miliardi di investimenti privati e milioni di turisti, con un grande riscontro di immagine. Se il nostro governo non e’ in grado di garantire la copertura economica di 4,7 miliardi di euro in dieci anni, il premier Monti ci dica sin da oggi se nel 2025 si potra’ svolgere a Roma il Giubileo che, ovviamente, prevede un adeguato investimento da parte del governo italiano. Altrimenti saremo costretti a chiedere al Vaticano di sospendere l’Anno Santo”. Lo dichiara il senatore del Pdl Stefano De Lillo.

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