AGGRESSIONI AL VOMERO ED A CHIAIANO
Giu 29th, 2009 | Di cc | Categoria: Cronaca di NapoliAd una sola settimana di distanza dalla brutale aggressione ai danni di Maria Luisa a piazza Bellini, sabato sera a via Scarlatti, nel quartiere Vomero è stato aggredito Federico, uno studente di 26 anni. Protagonista dell’ennesimo atto di violenza un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 16 e 18 anni. Il pretesto è stato uno sguardo di troppo che Federico avrebbe indirizzato nei confronti di una ragazza del gruppo, così lo studente, dopo esser stato minacciato è stato seguito, e dopo aver pregato il gruppo di ragazzini di essere lasciato stare, è stato aggredito. Il branco lo lascia solo quando ormai è a terra con un occhio gonfio e con una spalla lussata. Non contenti hanno continuato a minacciarlo anche quando Federico, dopo il pestaggio, ha trovato rifugio in un bar. Dopo poco sono arrivati i carabinieri e il 26enne è stato accompagnato al Cto. 20 saranno i giorni di prognosi.
Altro episodio di violenza alla fermata della metropolitana di Chiaiano. Vittima dell’aggressione è stato G., un ragazzino di tredici anni, che alle ore 19 circa di sabato sera, aspettava l’arrivo della metro per tornare a casa, dopo che aveva trascorso il pomeriggio in compagnia di un suo amico. All’improvviso, sul marciapiedi del binario, tre adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, dopo avergli chiesto che cosa stesse facendo, l’hanno brutalmente picchiato, prendendolo tra l’altro anche a calci in faccia, senza motivo. Il pestaggio è continuato fino all’intervento di alcuni ragazzi che hanno messo in fuga il gruppetto di bulli. L’episodio è accaduto senza che i vigilantes della metropolitana si accorgessero di ciò che stava avvenendo. Quello che è stato ancora più assurdo e paradossale, è che Giacomo è entrato nel vagone della metrò tra l’indifferenza generale: nessuno dei passeggeri infatti, notando che il ragazzo aveva il volto tumefatto, gli ha chiesto il motivo o gli ha prestato aiuto. Quindi da solo è tornato a casa, per poi recarsi, accompagnato dai suoi genitori, all’ospedale Vecchio Pellegrini, ed infine, in questura. (Andrea Cenicola)