I professori sparano cifre e i giornali non sono colti da dubbi
Gen 23rd, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Il 10 per cento del prodotto interno lordo, ovvero della ricchezza globale degli italiani, e’ davvero una bella cifra: sui 1.600-1.650 miliardi di euro attuali sarebbero almeno 160-165 miliardi. E’ questo l’aumento del Pil che il Governo dei professori ritiene potrebbe essere indotto dal pacchetto di misure sulla cosiddette liberalizzazioni appena varato. O almeno, così e’ stato detto. Ma in quanto tempo? Anni o decenni? E come? Attraverso quali scatti progressivi? E sopratutto sulla base di quali ricerche o proiezioni scientifiche nasce una affermazione del genere? Non e’ dato saperlo. Eppure, 160 miliardi sono una cifra enorme, aldilà di ogni manovra finanziaria.
Il dubbio che tutto ciò possa realmente avverarsi quasi per un colpo di bacchetta magica, e’ stato sottolineato soltanto sulle colonne del Giornale dall’economista Francesco Forte. Per il resto, silenzio. Ecco, quel che lascia perplessi e’ l’accettazione immediata e supina di questa previsione da parte di tutti i giornali e i canali televisivi. Non un minimo dubbio, non un solo invito alla prudenza, non un sussulto di critica, niente di niente.
E’ fin troppo facile pensare cosa sarebbe accaduto 65 giorni addietro se un esponente del precedente Governo di centrodestra, non diciamo il Presidente Berlusconi, si fosse lasciato scappare un dato del genere. Le grida di sdegno sarebbero salite al cielo, assieme a dichiarazioni di critica, di condanna, perfino di esecrazione.
Ci eravamo abituati ormai a ricevere ogni giorno le frustate degli analisti e dei commentatori più dotti non appena si azzardava la frase “occorre fiducia”. Si e’ capito adesso che la fiducia e’ una merce riservata soltanto a pochi, come certi prodotti esclusivi di lusso. Il Governo dei professori gode non solo della fiducia ma del saldo, robusto, entusiastico, quotidiano appoggio da parte dei cosiddetti “media”, così pronti a scandalizzarsi per molto meno nei confronti di un Governo che aveva il grande torto di essere politico. Ma politico nel senso più alto, di essere cioè il risultato del voto della maggioranza degli elettori italiani.
C’è da augurarsi, per il bene supremo del nostro Paese, che il calcolo dei professori sia corretto e che apporti davvero un beneficio così rilevante per la quinta potenza industriale del mondo grazie ad un pacchetto cosi’ contenuto di liberalizzazioni. Ma aldilà della questione contingente -che appare più una questione di realtà virtuale, o meglio un atto di fede per chi voglia crederci - resta il problema di fondo. Si dovrà tornare, prima o poi, alle urne e lo si dovrà purtroppo fare in in clima mediatico profondamente favorevole alla soluzione, fuori dalla norma, dei professori e della tecnica e altrettanto profondamente contrario alla normalità della politica e dei rappresentanti degli elettori. Mentre quel 10 percento di Pil resterà con ogni probabilità nel libro dei sogni, questo atteggiamento dei media rappresenterà invece uno scoglio futuro massiccio e concreto.