IDENTIKIT DEL CONSUMATORE DI VINO IN TEMPO DI CRISI

Gen 17th, 2012 | Di cc | Categoria: Ambiente

Poco magazzino, vini più legati al consumo quotidiano, magari con una strizzatina d?occhio alle etichette straniere, ma con un migliore rapporto qualità/prezzo: così la crisi diventa un?opportunità per fare piazza pulita dei vini che non piacciono più. Bollicine e vini leggeri? Una ?moda duratura?, ma solo se l?offerta sarà di qualità. Sul sito http://aspettando.vinitaly.com aggiungi la tua opinione a quella dei principali attori della filiera.

Verona, 17 gennaio 2012 ? Al ristorante «i consumatori non ne potevano più di vini tutti struttura e alcol. Quelli, per intenderci, che quattro persone a tavola durante una cena non riescono a finire». Ne è convinto Giorgio dell?Orefice, giornalista di Agrisole ? Il Sole 24 Ore, ma non è il solo a pensarla così tra gli operatori della filiera intervistati da Vinitaly.

È questa l?altra faccia della crisi, quella che di fronte alla necessità di ridurre i costi diventa un?opportunità per alleggerire la cantina: «La maggiore coscienza si riflette anche su una corretta gestione del magazzino e sulla sua rotazione ? dice Corrado Mapelli, direttore commerciale del Gruppo Meregalli ?, portando il ristoratore a rinunciare alle etichette che non sono particolarmente vendute o richieste e a concentrare la propria offerta».

Per fare la giusta carta dei vini bisogna allora fare l?identikit del nuovo consumatore, sfatando magari alcuni tabù, perché è vero che la crisi e le campagne contro il consumo di bevande alcoliche stanno condizionando i consumi di vino al ristorante, ma è altrettanto vero che la diminuzione dei consumi è in atto ormai da anni in Italia e tendenzialmente li porterà al di sotto dei 40 litri pro capite; la causa è il cambiamento nello stile di vita, rivolto a una maggiore attenzione verso il proprio corpo e verso gli aspetti salutistici dell?alimentazione.

Inoltre, i vini strutturati ?per forza? non piacciono più così tanto, mentre il consumatore medio è più informato, curioso, viaggia e assaggia vini di altri Paesi.

Infine, professionisti come i sommelier possono fare la differenza tra bere colto e informato e quello generalista.

Viste queste premesse, le nuove carte dei vini dovrebbero essere un mix di etichette, tendenzialmente più legate al consumo quotidiano, con «vini più leggeri, freschi e beverini», dice Mapelli, ma «il desiderio di bere vini leggeri ? puntualizza Antonio Tonola, sommelier e titolare del ristorante La Lanterna Verde di Villa di Chiavenna in provincia di Sondrio ? prenderà piede solo per i vini che risulteranno gratificanti alla beva, di buona sapidità ed espressione riconoscibile dei più disparati territori vitivinicoli italiane».

E poi ci sono le bollicine, che sono «una forte tendenza attuale - dice Nadia Zenato dell?Azienda vitivinicola Zenato ?, che ha visto crescere il prosecco, ma non solo» per un consumo che ormai copre tutto l?anno.

Fondamentale sarà il rapporto qualità/prezzo e il ruolo di ristoratori e sommelier capaci di raccontare il vino, consigliare e orientare l?acquisto verso il gusto che il cliente cerca e verso il prezzo che è disposto a spendere.

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