La Parola del Signore
Gen 11th, 2012 | Di cc | Categoria: ReligioneCarissimi, Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli!
Cantando ieri il
Te Deum nella chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace, dinanzi al
Santissimo Sacramento esposto nell’ostensorio, rendevamo grazie alla Beatissima Trinità per i
benefici che ci ha elargito nell’anno appena terminato. Mi sono sentito molto unito al Papa e a tutta
la Chiesa, specialmente a ciascuna e a ciascuno di voi, e agli innumerevoli Cooperatori e amici della
Prelatura. Ho visto e udito come nostro Padre recitava questo inno, nel forte desiderio di unirsi al
canto di lode che l’intera creazione rende a Dio. Tutte le mattine, dopo la celebrazione della Santa
Messa, mentre si spogliava delle vesti sacerdotali, lo recitava con immensa devozione, ben unito
alle sue figlie e ai suoi figli.
In questi giorni di Natale, e sempre, è logico che si innalzi con più intensità al Cielo il nostro
ringraziamento, innanzitutto, per l’incarnazione e nascita di Nostro Signore Gesù Cristo. Tale dono
è il perenne fondamento della nostra gratitudine, della nostra lode, della nostra adorazione a un Dio
che non cessa di amarci alla follia, dimostrandocelo di continuo.
L’inizio dell’anno nuovo ci deve aiutare a tenere più presente questa prova tangibile
dell’amore divino. I Padri della Chiesa e tutti i santi, nelle diverse epoche della storia, si sono
colmati di ammirazione nel considerare che, con la nascita di Cristo, l’Eterno è entrato nel tempo,
l’Immenso si è fatto piccolo assumendo la nostra limitata condizione umana. «Quale dono maggiore
di questo poté Dio far risplendere ai nostri occhi», si domanda sant’Agostino: «Che il Figlio
unigenito che aveva l’ha fatto diventare figlio dell’uomo affinché viceversa il figlio dell’uomo
potesse diventare figlio di Dio? Di chi il merito? Quale il motivo? Di chi la giustizia? Rifletti e non
troverai altro che dono»
1.
Il nostro stupore e la nostra gratitudine crescono ancora di più se consideriamo che Dio non ci
ha concesso questo regalo solamente per un certo tempo o per un preciso momento, ma per sempre.
L’Eterno è entrato nei limiti del tempo e dello spazio, per rendere possibile “oggi” l’incontro
con Lui. I testi liturgici natalizi ci aiutano a capire che gli eventi della salvezza operata da
Cristo sono sempre attuali, interessano ogni uomo e tutti gli uomini. Quando ascoltiamo o
pronunciamo, nelle celebrazioni liturgiche, questo “oggi è nato per noi il Salvatore”, non
stiamo utilizzando una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dio ci offre
“oggi”, adesso, a me, ad ognuno di noi la possibilità di riconoscerlo e di accoglierlo, come
fecero i pastori a Betlemme, perché Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini,
la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza
2.
Alla luce dell’amoroso disegno divino sull’intera umanità e su ciascuno, acquistano il loro
autentico rilievo gli avvenimenti dell’anno che è appena terminato: la salute e la malattia, i successi
e gli insuccessi, gli accadimenti felici e quelli dolorosi, quel che giudichiamo buono e quel che ci è
apparso meno buono… Come lo ha ben descritto nostro Padre in quel punto di
Cammino, quando
esorta a innalzare il cuore a Dio,
in rendimento di grazie, molte volte al giorno. – Perché ti dà
1
SANT’AGOSTINO, Sermone 185 (PL 38, 999).
2
BENEDETTO XVI, Discorso durante l’udienza generale, 21-XII-2011.