In attesa della crescita sì alla fiducia, ma non al buio

Gen 5th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

L’attesa è per il dato della produzione industriale nell’ultimo trimestre del 2011: se anche questo confermerà il calo dei tre mesi precedenti, l’Italia sarà entrata ufficialmente in recessione, con una prospettiva benevola di meno 1 percento del Pil, la ricchezza prodotta, nel 2012. Intanto sono diminuiti i consumi, sopratutto di beni durevoli, in un periodo tradizionalmente consacrato agli acquisti, mentre è facile prevedere una netta riduzione delle spese da parte delle famiglie che nei prossimi mesi avvertiranno sulla loro pelle gli aumenti delle bollette, dei trasporti, dei servizi in genere. La botta subita dalle immatricolazioni di automobili, di quasi l’11 per cento in meno rispetto all’anno precedente, dice che siamo ritornati ai bassi livelli di 15 anni addietro e conferma la scarsa propensione a sbilanciarsi nelle compere di fronte a una crisi che continua a imperversare. E del resto, gli automobilisti italiani dovranno versare quasi 5 miliardi di euro in più per gasolio e benzina nel 2012 in seguito all’aumento delle accise sui carburanti.

In più il governo dei tecnici si prepara ad affrontare un inverno caldo da parte dei sindacati, ritornati di colpo all’unita’ in previsione dei trecentomila posti di lavoro che potrebbero mancare quest’anno. Gli stessi sindacati sono già alle prese con il malessere diffuso dei pensionati, i quali come ultima novità sono stati avvertiti che da marzo non potranno più ritirare in contanti la parte della loro pensione oltre i mille euro e dovranno probabilmente affidarsi a un conto corrente o almeno a un libretto di risparmio postale.

Saprà chi ha l’onere di governare come trattare con i sindacati sul piede di guerra e ora molto più compatti dopo il riavvicinamento, fino a qualche tempo fa impensabile, tra Cgil da una parte e Cisl e Uil dall’altra? Senza dimenticare che dovrà sopratutto essere ricercato e trovato l’accordo con le forze politiche che sostengono questo governo dei professori: un accordo preventivo, come ha detto chiaro il presidente Berlusconi per la fine dell’anno.

Del resto, il Popolo della Libertà non potrebbe garantire un appoggio al buio, dopo la prova estrema e assoluta di responsabilità fornita con l’uscita dal governo, in modo tale da favorire una soluzione più ampia e condivisa in questo momento di crisi globale. Di fronte alle tensioni innescate da una politica dei tagli ai consumi e delle tasse, è venuto il momento di puntare tutto sulla crescita dell’economia. E qui si vedrà il ruolo di proposta e di spinta del nostro partito, in prima fila da sempre come interprete fedele delle esigenze e delle richieste degli elettori moderati. Sempre pronti, questi elettori che sono la maggioranza relativa degli italiani, a dare prova della loro responsabilità ma a patto di vedere almeno incamminato il percorso della ripresa economica, l’unica in grado di portare nuovi posti di lavoro soprattutto per le donne e i giovani, e delle nuove regole che potranno darci un governo stabile anche in condizioni di crisi.

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