Fisco, tante regole e poca equità

Gen 4th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Rispetto alle tirate propagandistiche di Beppe Grillo abbiamo la coscienza a posto. Quando spopolava nei talk show di Santoro & Travaglio noi non gli abbiamo mai strizzato l’occhio, a differenza della sinistra politica e mediatica. Quindi, da parte nostra, nessuna indulgenza neppure se il sedicente “comico” afferma di comprendere gli attentati contro Equitalia.

 

La violenza è violenza, è da sempre la nostra filosofia. E quando questa violenza, fisica e verbale, era diretta contro di noi, eravamo quasi gli unici ad essere conseguenti mentre altri si arrampicavano sui distinguo, o sui tetti delle facoltà universitarie.

 

Chiusa la parentesi, non siamo però indifferenti al rischio che la giusta lotta all’evasione fiscale si traduca in pratiche e misure sbagliate. Anche qui, va ricordato che è stato il nostro governo a conseguire nei suoi tre anni e mezzo recuperi record di tasse e sommerso. Il problema riguarda il 2012, quando la manovra Monti ha stabilito che partano tutte assieme una sfilza di norme e adempimenti a carico dei cittadini che rischiano di complicare inutilmente la vita agli onesti, senza sfiorare gli evasori veri.

 

Spesometro, nuovo redditometro, trasferimento all’anagrafe tributaria di tutti i nostri movimenti bancari, delle carte di credito e delle bollette, divieto dell’uso del contante sopra i 999 euro. Tutto questo, combinato con la raffica di aumenti di tasse, imposte, contributi e spese varie a carico per le famiglie, nonché del ritorno dell’Ici, rischia di trasformarsi in una miscela pericolosa. E soprattutto in una grande ingiustizia ed in un sentimento di oppressione per chi fa il proprio dovere.

 

E’ una situazione già denunciata da molti esperti e da un quotidiano al di sopra dei sospetti come Il Sole 24 Ore. Che per esempio ha evidenziato un punto: se l’occhio del fisco è già autorizzato ad indagare sui nostri conti correnti e carte di credito, in barba alla privacy, che senso ha chiedere alle famiglie di comunicare spese quali l’istruzione, l’acquisto di elettrodomestici, un viaggio, addirittura gli aiuti economici dati a figli spesso precari? Dobbiamo smettere di mandare i ragazzi a scuola, di viaggiare, di investire nella casa, di provvedere alle esigenze familiari nel timore che tutto ciò ci faccia passare per “ricchi” da tartassare?

 

Altro punto critico: i cittadini devono pagare le tasse, ma è lo Stato che deve stanare gli evasori. Non può valere l’inversione della prova, che cioè tocchi a noi dimostrare, e senza appello, che siamo in regola. Trasformando cittadini comuni in commercialisti di se stessi. Se a questo si aggiungono i blitz dimostrativi organizzati qua e là, ed un certo clima di guerra ai consumi (spacciati inevitabilmente come “lusso”), si rischia un risultato paradossale e controproducente. Che la gente, disorientata, riduca ulteriormente i consumi alimentando la recessione. E soprattutto che l’Italia, da paese dell’evasione, si trasformi in uno stato di polizia tributaria, sempre a danno di chi le tasse le paga.

 

 

 

 

Manovra/Giavazzi: governo non colpisca chi fa impresa

 

In materia di tassazione, il governo Monti dovrebbe agire ”con selettivita’ e in base a ragionamenti di tipo meritocratico”. E’ l’invito dell’economista Francesco Giavazzi, intervistato dal Messaggero.

”Ci deve essere un premio per chi rischia - afferma Giavazzi - e per chi crea lavoro, per chi non vive al riparo della politica o di rendite o di superbonus ma fa seriamente impresa sul mercato”. Sul fronte dei tagli alla spesa, l’esperto rileva che il governo Monti non ha ancora avviato l’opera e suggerisce di evitare i ”tagli orizzontali” e poi nulla ancora e’ stato fatto anche per i tagli ”alla cosiddetta casta”.

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