SINDACATO, COMUNICAZIONE. TAGLIALATELA, UILCOM: “IL 2011 SI CHIUDE NEL SEGNO DELLA CASSA INTEGRAZIONE. PER IL 2012 O CI SARA’ RIPRESA, OPPURE GRAN PARTE DELLE IMPRESE CHIUDERANNO”

Dic 28th, 2011 | Di cc | Categoria: Sindacato

Il 2011 si è chiuso nel segno della cassa integrazione per centinaia di aziende. Se nel 2012 non ci sarà vera ripresa, il quadro complessivo dell’intero settore della Comunicazione in Campania sarà critico e ci ritroveremo, già nel primo trimestre, a gestire mobilità e chiusure aziendali”. Questo, in sintesi, quanto riportato in una nota del sindacato Uilcom, la categoria che per conto della Uil rappresenta una vasta area di contratti, dalle Telecomunicazioni allo Spettacolo, dalla Rai alle Emittenze radio foniche e televisive private, dal Tempo libero alle case da gioco e alle sale cinematografice, dall’Ippica al settore dei Grafici e Poligrafici. Una platea numerosissima di lavoratori che in Campania, oltre che a livello nazionale, rappresentano la macro categoria della Comunicazione di cui la Uilcom è titolare della rappresentatività.

Siamo molto preoccupati - afferma Massimo Taglialatela, segretario campano dell’Organizzazione sindacale - l’anno che si sta per chiudere è stato drammatico dal punto di vista della tenuta occupazionale e dell’uscita dal mercato del lavoro di centinaia di lavoratori nella nostra Regione. Nella sola Provincia di Napoli - spiega il sindacalista - la nostra categoria ha dovuto farsi carico della crisi di tante aziende importanti. La più significativa tra queste è certamente stata la crisi di Telecom Italia, che ha visto ridimensionarsi sensibilmente il proprio numero di occupati e il Sindacato si è trovato costretto ad accettare il ‘palleativo’ dei contratti di solidarietà per centinaia di lavoratori ai quali si prospettava dall’azienda l’unica strada del licenziamento“.

Nelle Telecomunicazioni, come era prevedibile, sono entrati in crisi i call center in outsourcing a causa delle delocalizzazioni e del dumping tra aziende fornitrici di servizi: “I grossi gestori come Wind, Vodafone e Tim - spiega Taglialatela – si sono fatti concorrenza al ribasso sulle tariffe del lavoro gestito dagli outsourcer di riferimento e questo, unito al fenomeno delle delocalizzazioni, ha creato molti problemi alle aziende che gestiscono appunto su commessa il lavoro dei grossi gestori di telefonia mobile e fissa del Paese”. A farne le spese è stata Conversa, azienda che impiegava oltre 200 dipendenti nel Contact center di Casalnuovo e che lavorava per Mediaset Premium: dopo una tortuosa e complessa cassa integrazione in deroga in seguito al fallimento della società controllata dal Gruppo Voicity, i dipendenti sono stati messi in mezzo ad una strada e soltanto una ventina sono stati recuperati da Almaviva, colosso dell’outsourcer che lavora per Vodafone. Ma anche le aziende ‘in house’ segnano pesanti battute di arresto. Il caso di Wind che annuncia la volontà di cedere la propria rete con tutti i dipendenti a società esterne la dice lunga sulle ricadute che certi scenari ampiamente prevedibili per il 2012 potrebbero avere in Campania in termini i tenuta occupazionale.

Dalle Telecomunicazioni allo Spettacolo, dove il quadro non sembra affatto rassicurante: “La vicenda del Teatro Trianon – prosegue il segretario Uilcombenché nelle ultime settimane si sia registrato qualche passo in avanti, è soltanto la punta di un iceberg che in Campania potrebbe far emergere un sostrato di mancati interventi a sostegno del Teatro, della Cultura e del Cinema ed un mix di politiche non troppo accorte verso questi settori che potrebbero portare nel prossimo futuro a drastici ridimensionamenti nel panorama teatrale e della produzione culturale e cine audio visiva della nostra regione”.

Nel mondo della Comunicazione insistono anche aziende storiche come l’Ippodromo di Agnano e l’Edenlandia, con il Giardino Zoologico e tutto l’indotto ad esso correlato, ed anche queste sono entrate in crisi.

Dalla Uilcom riferiscono, ancora, di una sofferenza notevole nel settore Grafico Editoriale: “Aziende importanti come Il Mattino di Napoli stanno attraversando delicatissimi processi di riorganizzazione del proprio ‘core business’ a seguito dell’impatto devastante che la digitalizzazione dell’informazione sta avendo sulle vendite dei giornali e degli spazi pubblicitari. Già il Corriere del Mezzogiorno – si legge nella nota – ha aperto in questi giorni prima di Natale la cassa integrazione per il 50% del personale poligrafico per le sedi di Napoli e Bari e non è da escludere che grosse ripercussioni ci potranno essere nelle prime settimane del nuovo anno anche per i reparti di spedizione e centri stampa dei principali quotidiani di Napoli e della Campania”.

Grande difficoltà si registrano anche nel mondo dei cartai e cartotecnici, non soltanto editoriali: “Stiamo gestendo – spiega Taglialatela - la delicate fase di rilancio e riposizionamento sul mercato di quelle imprese un tempo fiore all’occhiello della Campania come Edizioni Simone Spa, la storica casa editrice di pubblicazioni scientifiche ed universitarie che si è trovata costretta ad attivare un percorso di cassa integrazione per far fronte alla crisi della vendita su scala nazionale dei propri prodotti. Nel settore cartaio, inoltre, non c’è più una cartiera o un’azienda di produzione cartotecnica che assuma o investa su nuove tecnologie o sperimentazioni. Anzi, in quel segmento non si fa altro che dismettere e chiudere le fabbriche, molte delle quali sono a cavallo tra le province di Napoli e Salerno”.

Poi c’è la delicata vicenda della Rai, sulla quale il segretario Uilcom si sofferma maggiormente vista la centralità del servizio pubblico televisivo per il Sindacato: “Sulla Rai c’è da registrare una pesante battuta d’arresto nelle relazioni con l’azienda che, nelle ultime settimane, contrariamente a quanto affermato dal Cda per tutto il 2011 ha evidenziato la reale volontà di non investire più sul Mezzogiorno, arrestando di fatto quel processo virtuoso di trasformazione del Centro di produzione di viale Mazzini in un ‘Polo di eccellenza’ nelle produzioni culturali e cine audio visive. La dismissione di Raiway e la cessazione delle riprese in esterna, che unitariamente alle altre Organizzazioni di categoria abbiamo condannato e contrastato con lo sciopero del 22 dicembre scorso al quale hanno aderito il 95% dei lavoratori, lo dimostrano ampiamente”.

In conclusione, Taglialatela ribadisce l’impegno del sindacato: “Noi continueremo nella nostra missione di rappresentare al meglio le istanze dei lavoratori per tutelarne i diritti e farci portavoce dei bisogni. Occorre, però, che le Istituzioni mettano in campo interventi netti per rilanciare le imprese affinché riprendano ad assumere e a fare accordi innovativi col la controparte sindacale, altrimenti nel 2012 il sistema lavoro dell’intera regione collasserà definitivamente”.

williamhill.it

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