Finita la kermesse elettorale , messi in archivio i risultati , in casa PD si risfoderano i coltelli . In previsione del congresso di novembre che dovrà scegliere il nuovo segretario , scendono in campo i primi candidati ufficiali . Ad aprire le danze è stato Bersani che ha annunziato per i primi di luglio la presentazione  della sua candidatura . A ruota  Franceschini è intervenuto sul suo blog per presentare la sua . Il buon Dario dopo anni trascorsi come peone democristiano , figlio di papà onorevole , e dopo una oscura vicesegreteria con Veltroni , ha finalmente assaporato le luci della ribalta, comparendo in pochi mesi in televisione  dieci volte di più di tutto il resto della sua vita politica . Il suo primo intervento è stato a gamba tesa : ” Non voglio lasciare il partito in mano ai vecchi della politica ” E chi sono questi vecchi se non quelli che gli hanno permesso di reggere il PD per evitare di scontrarsi tra loro ? In primo luogo sono i vecchi provenienti dal PCI e dai DS . Dal canto suo Bersani , con astuzia , fa trapelare l’appoggio di D’Alema e di Enrico Letta . Ma i giochi sono apertissimi . Il citato D’Alema tace , come tacciono, per il momento , Fassino e Rutelli. Intanto Cacciari dice ad alta voce quello che tutti pensano , e cioè che non si può parlare di vittoria nelle amministrative ma solo di onorevole sconfitta . Ed una considerazione del genere viene fatta trapelare anche da D’Alema . Un altro grande vecchio , Amato , dichiara che ci sono troppi galli a cantare nel pollaio del partito democratico ma non vede tra loro un Sinatra . Certamente  l’avvicinarsi del congresso e la differenza delle posizioni , con dichiarazioni che non avranno neanche il filtro del pericolo di danneggiare una competizione elettorale , provocheranno nel corso dell’estate una telenovela il cui finale si vedrà solo a giochi fatti . (Michele Elio Fusco)