Ma l’uomo della Provvidenza non esiste

Dic 10th, 2011 | Di cc | Categoria: Sindacato

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha spiegato in Parlamento che la manovra Monti porterà la pressione fiscale al 45%, record storico, ed avrà un effetto recessivo pari a mezzo punto di Pil. Sommato al meno 0,5% già previsto, si rischia un 2012 di piena recessione.

 

Lo spread è tornato abbondantemente sopra quota 400, e ovviamente ci auguriamo che ridiscenda presto. Le nostre banche sembrano in balìa delle decisioni delle authority europee influenzate dalla lobby franco-tedesca. C’è il sospetto che cerchino di rifarsi sul fronte interno imponendo a tutti l’obbligo di aprire un conto e di avere almeno un bancomat, cosa che certamente non sta scritta nella Costituzione.

 

Che cosa c’è nella manovra in gran parte lo sappiamo: stretta sulle pensioni, abolizione di fatto di quelle di anzianità, reintroduzione dell’Ici sulla prima abitazione con aumento del 60%, fine della privacy bancaria e poteri assoluti al fisco. Ma ancora non conosciamo tutto perché i dettagli emergono col contagocce.

 

Monti ha poteri pressoché assoluti e il Parlamento, più che correggere, cerca di limare qua e là. Il suo governo è di emanazione presidenziale ed è composto da alcune persone di buon livello. Non deve rispondere a nessuno, non è stato eletto dai cittadini.

 

Il premier gode di considerazione assoluta da parte della stampa, dei talk show, della politica interna e dei famosi media internazionali. E’ stato accolto da un boom di popolarità del 73% (ora sceso di dieci punti abbondanti). Il Popolo della Libertà e Silvio Berlusconi in persona gli hanno garantito subito pieno e responsabile appoggio.

 

Eppure, neppure Mario Monti, i suoi professori, i suoi tecnici e banchieri, finora hanno fatto miracoli. Non ce ne rallegriamo: l’Italia e gli italiani hanno bisogno di uscire dall’emergenza e di pensare al lavoro e al futuro, anziché leggere ogni mattina un bollettino di guerra. Ma, come si vede, l’uomo della Provvidenza non esiste. E la “credibilità”, ora che Berlusconi ha volontariamente ceduto palazzo Chigi, è qualcosa che deve ancora trovare riscontro nella pratica.

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