Crisi, al centro non c’è l’Italia
Nov 23rd, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
A Madrid è accaduto quanto solitamente avviene in una democrazia matura, e cioè che quando la maggioranza uscita dalle urne non ha più la forza sufficiente per governare, la parola torna immediatamente al popolo sovrano.
A Roma è invece nato un governo fuori dalle dinamiche parlamentari, in una situazione politica eccezionale figlia di una situazione finanziaria eccezionale. Se vogliamo uscire dall’ottica provinciale con cui vengono solitamente lette le vicende italiane, si deve necessariamente rilevare che oggi la finanza mondiale è politicamente più forte delle democrazie, ed è paradossale che, nel momento in cui un certo modo discutibile di fare finanza si trova sul banco degli imputati come causa principale della crisi economica mondiale, sia proprio uno strumento della finanza - lo spread - a dettare l’agenda della politica agli Stati sovrani.
Il governo Berlusconi - va sempre ricordato - non è infatti caduto per un voto di sfiducia, ma a causa di una massiccia ondata speculativa sui mercati, e la soluzione della crisi politica che si è subito aperta è stata anch’essa dettata non dalla volontà della maggioranza del Parlamento, ma dal timore che le elezioni anticipate potessero innalzare ancora il differenziale tra i nostri titoli pubblici e quelli tedeschi.
Si è dunque abbandonata la strada maestra del voto per imboccarne un’altra: quella della comune responsabilità verso il Paese nella consapevolezza che la crisi è planetaria, e sta mettendo alla prova lo stesso modello economico occidentale.
Oggi abbiamo la prova provata che il centro della crisi finanziaria non è l’Italia, ma l’Europa.
· Pensare che fosse sufficiente cancellare con un tratto di penna il governo Berlusconi per placare i mercati era una previsione totalmente infondata.
Le dinamiche della finanza mondiale sono in effetti molto più complesse delle illusioni politiche. Il problema è che l’Europa deve crescere in fretta, e soprattutto cambiare governance. La gestione della crisi greca ha dimostrato che non basta un direttorio per tenere salda la rotta. L’euro va dotata al più presto di una banca centrale quale acquirente di ultima istanza come avviene per tutte le altre valute mondiali, dal dollaro allo yen alla sterlina. Questo non significa stampare denaro facile, ma semplicemente dare all’Europa un organismo autonomo e indipendente che sviluppi una propria linea di politica monetaria, che oltre al rigore pensi alla crescita, e che non sia nelle mani esclusive di due Paesi - Francia e Germania - che presto potrebbero peraltro cambiare colore politico.
Anche ieri le Borse europee sono andate giù, ma nei giorni scorsi abbiamo visto che la grande stampa ha relegato nelle pagine interne le notizie sui mercati, dopo aver fatto tremare per un anno l’opinione pubblica con i titoli sui crolli in borsa e gli aumenti dello spread. Mentre oggi, col nuovo governo in sella, ci dicono che tutto è a posto, mentre invece la situazione, purtroppo, non è cambiata di un millimetro.
Gasparri: l’Ue abbia coraggio, servono gli eurobond
“L’andamento dei mercati conferma che non bastano decisioni nel cortile interno. Ma che l’intera Europa deve avere coraggio sugli eurobond, sul piu’ forte legame tra euro e Bce, sulle scelte strategiche che il Pdl sollecita da tempo come unica soluzione per uscire da una crisi che solo in malafede qualcuno poteva collegare al governo Berlusconi”. Lo afferma il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
Corruzione/Cicchitto: stop al tritacarne mediatico
“Il gioco al massacro dei nomi consegnati al tritacarne mediatico per qualunque citazione contenuta in atti giudiziari va rifiutato, perche’ e’ parte di un meccanismo distruttivo da tempo in atto che ha contribuito a imbarbarire la vita politica italiana”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, in merito all’inchiesta Enav.
”Per questo solidarizziamo con amici come Matteoli e anche con avversari come l’Udc sottoposta come partito a un trattamento che riteniamo vada respinto. Ricordiamo anche che il garantismo e’ un valore degno di rispetto se riguarda in primo luogo gli avversari e i concorrenti, poi gli amici”.
Corruzione/Bondi: il garantismo resta la nostra stella polare
“Sono d`accordo con Fabrizio Cicchitto che il garantismo, soprattutto nei confronti dei nostri avversari politici, sia sempre stato la nostra stella polare, il nostro tratto distintivo umano e politico”. Lo dichiara il senatore del Pdl Sandro Bondi.
“In questo momento, di fronte a inchieste che chiamano in causa con accuse molto gravi leader e partiti politici, ribadiamo con forza questo nostro ancoraggio ai principi del diritto e della civiltà politica, anche se è nostro dovere ricordare che non sempre un uguale trattamento è stato riservato nei confronti del presidente del Consiglio e in taluni casi nei confronti della mia persona”, conclude.