“Chi dice Monti pensa a Ciampi:fu il periodo più buio della storia”
Nov 2nd, 2011 | Di cc | Categoria: Esteri
Dai giornali di oggi, 2 novembre
Il Sole 24 Ore (Luca Davi) - Un annuncio shock che ha fatto bruciare, solo in Europa, oltre 219 miliardi di euro. Quello del premier greco Papandreou, che nella notte di lunedì ha detto di voler sottoporre a referendum il piano salva Grecia, è stato un messaggio in grado di scatenare un autentico terremoto sui già traballanti mercati azionari del Vecchio Continente … Ecco perché ieri le piazze borsistiche del Vecchio Continente hanno reagito in maniera isterica accusando ribassi violenti …
Il Giornale (Nicola Porro) - Se ieri, dopo la bomba greca, al posto di Berlusconi ci fosse stato un premio Nobel dell’economia a Palazzo Chigi, non sarebbe cambiato un accidente. Se il governo Berlusconi avesse fatto tutte le riforme promesse, ma proprio tutte, ieri i mercati avrebbero venduto ugualmente i titoli di Stato italiani. Se Berlusconi dovesse mollare (è tutto da vedere) ne avremo la controprova. E non per l’insipienza del prossimo eventuale governo, ma per il macigno di debito pubblico che ci portiamo appresso da decenni … La febbre è peggiore per chi ha il corpo debilitato (dal troppo debito) e dunque per Noi. Ma il virus è il medesimo. Ed è rappresentato dalla pessima costruzione dell’euro …
Il Foglio – Non è l’Italia che rischia di sfasciare l’euro, è l’Europa che sta mettendo a rischio il debito sovrano italiano. Non c’è nulla di politico, di neanche lontanamente paragovernativo, nell’analisi di uno degli economisti keynesiani più rinomati che l’Italia può vantare. Sergio Cesaratto
Milano Finanza (Carmine Sarno) - Al premier Silvio Berlusconi la moneta unica non è mai piaciuta. Lo ha ribadito l’altro giorno («l’euro non ha convinto nessuno») e lo disse la prima volta già nel 2004, a soli due anni dalla sua introduzione. “È una verità assoluta che ha fatto aumentare i prezzi”, si lamentò nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. E tutti i torti il presidente del Consiglio non li ha come ha ammesso lo stesso Mario Monti quando ha stigmatizzato recentemente la sua presa di posizione, visto che a dici anni dal passaggio dalla lira all’euro c’è stata una vera e propria esplosione dei prezzi …
Libero (Franco Bechis) - Proprio in queste ore in cui tanti vagheggiano come unica panacea il governo tecnico e invocano il nome di un professionista che certo ha qualità come Mario Monti, bisognerebbe rinfrescare la memoria di quel biennio terribile con cui finì la prima Repubblica. Chi dice Monti oggi forse pensa al Carlo Azeglio Ciampi del 1993. E sbaglia. Perché a salvare l’Italia dalla tempesta non fu il tecnico che veniva dalla Banca d’Italia. Il governo Ciampi fu anzi uno dei periodi più bui della storia repubblicana …
L’Unità (Andrea Carugati) - Di fronte al precipitare della crisi finanziaria e al prepotente riemergere dell’ipotesi di un governo di emergenza, che trova robusti consensi nelle file del Pd e dell’Idv, Nichi Vendola ribadisce il suo no. «L’idea del governo tecnico, di una risposta emergenziale, non risolve il problema: siamo di fronte ad una crisi lunga, strutturale, direi di modello. Quelle che vengono apparecchiate come proposte tecniche sono in assoluta continuità con le politiche economico-sociali che hanno generato la crisi. Il governo di emergenza è una strada strategicamente sbagliata e politicamente poco fondata negli attuali rapporti di forza parlamentari» …
Il Corriere della Sera (Mo. Gu.) - Dal Pd continua il fuoco amico sul sindaco di Firenze, protagonista del «Big Bang» … Rosy Bindi, presidente del Pd, stronca il «tardo blairismo in salsa populista» di Renzi e Pier Luigi Bersani prova a contrastare lo sfidante opponendo ai «rottamatori» del sindaco i suoi giovani «ricostruttori» … Chi vincerà, i ricostruttori o i rottamatori? Il problema è che il Pd non è unito e il centrosinistra, in caso di elezioni anticipate, rischia di presentarsi alle urne più frammentato che mai, con l’inevitabile conseguenza di favorire ancora una volta il fronte berlusconiano. Ad agitare il fantasma della sconfitta è Antonio Di Pietro, che a L’Unità si dice disposto «a fare un passo indietro e a sostenere Bersani nelle primarie di coalizione» …
Il Secolo (Adriano Scianca) - Si parlava tanto di superare il 70-30, i torcicollo e le vecchie appartenenze. Poi, come al solito, la base ha dimostrato di essere più avanti di tanti politici. La campagna di tesseramento del Pdl, infatti, raggiunge e supera l’incredibile cifra dì un milione di iscritti (le prime proiezioni parlano di un milione e 200 mila adesioni). Più tessere, insomma, di quante i due principali partiti fondatori - Alleanza Nazionale ne raggiunse al massimo 250.000, orza Italia più di 400.000 - ne abbiamo mai avute in totale. Il che vuol dire che il Pdl è più della somma delle sue parti, ha vita propria, ha un progetto suo e un’identità specifica riconosciuta come tale. Che i suoi militanti sposano, con una voglia di partecipazione che non può non far riflettere gli addetti ai lavori …
La Stampa (Francesca Schianchi) – … Angelino è sempre stato un leader carismatico … l’attuale segretario del Pdl “era già un emergente, un animatore”, lo definisce Lucetti, qualcuno mi disse “questo ragazzo crescerà”, aveva ragione …
L’Avvenire (Sergio Soave) – L’iniziativa assunta dal giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi di presentare una sorta di controprogramma per il centrosinistra e, soprattutto, la reazione infastidita del segretario del Pd accompagnata da anatemi come quello di Sergio Cofferati danno quasi l’impressione di un partito “vietnamizzato” … In un partito in cui convivono diverse ispirazioni, sui problemi di merito ci si confronta e si cercano sintesi accettabili, se invece si dichiara preventivamente che le distanze sono incolmabili, si nega il carattere stesso del pluralismo interno, che può essere tollerato solo se chi dissente dal gruppo dirigente accetta una preventiva subalternità …