Europa, l’Italia è in regola

Ott 25th, 2011 | Di cc | Categoria: Esteri

L’Italia non può essere trattata come l’alibi delle debolezze franco-tedesche. Perché fin dall’inizio della crisi ha sempre fatto ciò che doveva non solo nei confronti di Bruxelles, ma anche di se stessa.

 

·        Con la manovra di agosto conseguirà il pareggio di bilancio nel 2013. L’anno successivo avremo un avanzo totale dello 0,2% ed un avanzo primario (al netto degli interessi) del 5,7%. Già quest’anno avremo un avanzo primario dello 0,9% del Pil, oltre 1,3 miliardi di euro. A titolo di confronto, la Francia ha attualmente un deficit del 7%, ed è dal 1974 che non realizza un surplus di bilancio.

 

·        Il nostro problema è certamente il debito. Ma va detto che esso è aumentato tra il 2008 e il 2010 - in periodo di crisi mondiale quando cioè era necessario sostenere il lavoro, il credito e le famiglie – del 12,7% rispetto al 25,6 dell’Inghilterra, del 16,9 della Germania e del 14 della Francia.

 

·        L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Europa. A differenza della Francia, le sue aziende pubbliche non sono totalmente assistite dallo Stato e non sono neppure la parte preponderante del sistema. Ebbene, gli ultimi dati Istat rivelano un’industria che sia nell’import sia nell’export fa segnare nei primi 8 mesi 2011 incrementi a doppia cifra superiori al 12%, che tengono il passo con la Germania della quale siamo partner economici fondamentali.

 

·        L’Italia ha sempre onorato il proprio debito, per quanto elevato sia. Non siamo la Grecia, non è neppure il caso di parlarne, che dovrà tagliare almeno del 50% il rimborso dei crediti. Ma non siamo neppure l’Irlanda o il Portogallo, che hanno fatto ricorso al fondo salva-stati. Al contrario, di quel fondo siamo i terzi contributori con ben 139 miliardi sui 780 tra dotazione e garanzie che il fondo ha. Ed il paradosso è che dalle ultime tranche di prestiti erogate riceviamo un tasso del 3,5%, rispetto al 5 ed oltre a cui collochiamo i nostri Btp.

 

·        Nessuno in Italia – a differenza di ciò che è accaduto il Germania o altrove – ha mai messo in discussione questi impegni assunti con l’Europa. Nessuno ha mai sollevato problemi di costituzionalità o alimentato campagne anti-europee. Certo, se per paradosso l’Italia uscisse o non fosse nell’euro sarebbe un gran problema per noi. Ma un problema ancora maggiore per l’Europa. Ecco perché meritiamo rispetto.


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