Giustizia: il trappolone a Napoli è sicuro
Ott 20th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
La Procura di Napoli, dopo la figuraccia dell’inchiesta Tarantini, non ha alcuna intenzione di fermarsi e, anzi, sta escogitando un altro trappolone per il premier e un altro vulnus alla giustizia. Eppure è cronaca recente il fatto che un Gip ha stabilito che la Procura diretta da Lepore non aveva alcuna competenza ad indagare né su Tarantini né su Berlusconi.
Dunque, l’inchiesta non era stata aperta per rispettare l’obbligatorietà dell’azione penale, ma solo per abbattere il premier e il suo governo per via giudiziaria. Berlusconi quindi ha fatto non bene, ma benissimo a non presentarsi di fronte a una Procura che in tutta evidenza aveva solo l’intenzione di incastrarlo. Che la minaccia di accompagnamento coatto fosse un trappolone, infatti, lo si era ben capito quando Lepore era andato in televisione a dire che la “memoria difensiva” mandata per iscritto dai legali del premier non era sufficiente.
Un lapsus tipicamente freudiano che aveva smascherato una manovra politica camuffata da azione giudiziaria. Ma dopo la sconfessione del gip, è puntualmente arrivato il soccorso del Tribunale del riesame, che pur trasferendo gli atti a Bari ha gettato una ciambella ai pm in difficoltà trasformando Berlusconi da indagato in imputato. Il tutto con un’unica certezza: che quella Procura era del tutto incompetente a indagare sulla vicenda.
Ma il copione si sta ripetendo ora con la cosiddetta inchiesta P3bis che coinvolge il deputato del Pdl Cosentino: Lepore intende convocare nuovamente Berlusconi come persona offesa ipotizzando - esattamente come nel caso Tarantini - un’altra presunta estorsione. La scusa è quella di sentire il premier come testimone sulla compravendita di parlamentari ai tempi del governo Prodi, per poi trasformarlo, magari alla fine del suo interrogatorio, in indagato per istigazione alla corruzione. Accusa che a Berlusconi il pm Piscitelli ha già contestato tre anni fa prima di trasferire l’inchiesta a Roma, dove peraltro pende una richiesta di archiviazione.
Ora, considerando che a Napoli c’è un’organizzazione criminale che si chiama camorra, c’è da chiedersi se sia utile alla giustizia e al Paese che una Procura impieghi così tante energie, e spenda così tanto denaro per le intercettazioni, con un unico obiettivo: incastrare Berlusconi.