Perché una crisi sarebbe follia

Ott 12th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Lasciare l’Italia senza governo sarebbe un atto di folle irresponsabilità. Per il nostro paese e per la situazione in cui si sta sempre più venendo a trovare l’Europa.

Sul piano interno, l’unico governo e l’unica maggioranza in grado di accettare le richieste della Bce e della Commissione europea, sono questi. Non può certo farlo la sinistra, che quella lettera l’ha platealmente stracciata, né può farlo un esecutivo di “discontinuità” come chiedono alcuni, compresi certi imprenditori.

Quali voti in Parlamento avrebbe un altro, ipotetico esecutivo? Per quale programma? La realtà è semplice: questo centrodestra un po’ litigioso oggi al proprio interno, ma comunque unito sugli obiettivi di fondo e sulle prospettive per il futuro, resta l’unica formula valida, europea, per il Paese.

Se l’Italia restasse ora senza governo, se si aprisse una crisi al buio, l’Europa dovrebbe affrontare a sua volta una fase di gravissima incertezza. Molti opinionisti da salotto e da talk show si dilettano a dire che Silvio Berlusconi è un problema per l’Europa. Finora però è stata una parte della soluzione. Le sue alternative, sinistra e Cgil in testa, sono l’antitesi di ciò che serve per bloccare una crisi che rischia di farsi di nuovo estremamente grave. Sono la demagogia e il populismo che non servono in primo luogo al popolo, ma che ne sfruttano l’insoddisfazione. Occorrono invece a tutti i livelli, in Italia e nel mondo, soluzioni e strumenti razionali contro la crisi. Dove sono le soluzioni della sinistra?

Ieri il parlamento della Slovacchia ha bocciato il rafforzamento del fondo salva stati. Si tratta di un piccolo paese, ma di un segnale da non sottovalutare. Al tempo stesso Francia e Germania proseguono nell’illusione di poter risolvere ogni questione con una sorta di diarchia. L’Italia segue coerentemente una linea che tiene fede ai propri impegni e non vuole assi Parigi-Berlino. “Il tempo sta scadendo” ha ricordato il presidente della Bce, Trichet, l’uomo al quale tra pochi giorni succederà il nostro Mario Draghi.

Ecco perché il governo deve andare avanti. Siamo nel pieno di una guerra finanziaria, e non è proprio il momento di ammainare bandiera: le conseguenze le subirebbero e le subiremmo tutti.

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