E la gestione della crisi incassa consensi
Ott 7th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
A 24 ore dal declassamento di Moody’s, l’Italia ha incassato nuove promozioni (dopo quelle delle scorse settimane) da parte della Commissione europea, del Fondo monetario e, sia pure con i tradizionali paletti, di Angela Merkel.
Contemporaneamente i mercati – dalle Borse ai nostri titoli pubblici – hanno tenuto più che bene, mettendo anzi a segno cospicui rialzi. Se non fosse che stiamo parlando di masse di denaro, verrebbe da dire che queste bocciature, ieri Standard & Poor’s oggi Moody’s, quasi portano bene. Un mese fa infatti era accaduta la stessa cosa.
Ma la realtà è un’altra: le agenzie di rating vedono, deliberatamente, una parte della realtà, quella che spesso coincide con i loro interessi. Dal momento che esse lavorano per i governi, ma è da banche e aziende che incassano laute parcelle, privilegiano inevitabilmente l’aspetto finanziario. I governi, e ancora di più gli organismi multinazionali e super partes come il Fondo monetario e la Commissione Ue devono tenere conto di tutti gli angoli di visuale: quello economico, politico, sociale, di stabilità complessiva del sistema. In tempi eccezionali come quelli attuali l’aspetto politico e sociale non può non essere considerato prevalente: soprattutto da quando i governi – tutti – hanno smesso di praticare la logica della spesa e delle mani bucate. E quindi hanno più titolo per giudicare le politiche economiche. Ma non c’è rigore senza equità e senza crescita: ed è per questo che bisogna fidarsi più del Fondo monetario o dell’Unione europea, che delle agenzie di Wall Street.
Ieri l’Unione europea ha nuovamente difeso e approvato il piano di risanamento dell’Italia, dicendosi assolutamente certa che il Paese centrerà gli obiettivi di pareggio di bilancio del 2013. Al tempo stesso il Fondo monetario ha spiegato che il problema della bassa crescita italiana non è di oggi, ma “affligge l’Italia da almeno un ventennio”. Il Fmi ha però compiuto un passo importante, lasciando capire di essere pronto a sostenere i nostri titoli di Stato, affiancandosi così alla Bce.
Infine la Merkel. “L’Italia ha tutte le possibilità di riconquistare la fiducia dei mercati – ha detto la Cancelliera – e lo farà sicuramente attuando il programma messo a punto ad agosto dal governo”. Quindi: facciamoci giudicare, anche severamente, da chi ha titolo a farlo perché forte di una legittimazione democratica o sovranazionale. E non lasciamoci prendere dalla sindrome di Wall Street: siamo noi che abbiamo titolo per censurare loro, non il contrario.