TIMIDA APERTURA DI ISRAELE AI PALESTINESI

Giu 15th, 2009 | Di cc | Categoria: Esteri

israele-e-palestina.jpg(Matteo Perrottelli)- Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha finalmente aperto alla possibilità di riconoscere l’esistenza di uno Stato palestinese che possa convivere accanto ad Israele. Egli, però, pone due fondamentali condizioni: lo Stato palestinese deve essere demilitarizzato e deve riconoscere Israele come “lo Stato nazionale del popolo ebraico”. Bisogna, dunque, evidenziare come siano stati fatti pochi progressi da parte dello Stato ebraico soprattutto alla luce delle recenti proposte fatte dal Presidente americano Obama nello storico discorso del Cairo del 4 giugno scorso. Esse consistevano nel dare segnali di apertura all’intera popolazione araba del Medio Oriente, bloccando quindi l’espansione degli insediamenti israeliani nei territori occupati, oltre alla cosiddetta formula dei “due Stati” coesistenti in pace e sicurezza, il che significherebbe riconoscere lo Stato palestinese.Sul blocco degli insediamenti, Netanyahu ha opposto un “rifiuto cortese” spiegando che “anche ai coloni è opportuno garantire una vita normale”, mentre, per quanto riguarda l’esistenza dello Stato palestinese, egli è disposto a riconoscerla a patto che la comunità internazionale garantisca la sua demilitarizzazione.Inoltre il Premier ha parlato di un legame storico degli israeliani con quella terra, che risale a ben 3500 anni fa e di conseguenza la Palestina deve riconoscere Israele come Stato nazionale del popolo ebraico. Netanyahu ha anche sottolineato che Gerusalemme resterà capitale di Israele, unita, indivisibile e non soggetta a negoziato. Dunque gli spiragli di negoziato sembrano ancora una volta chiudersi dopo le dichiarazioni di Netanyahu alle quali si sono opposte sia Hamas che i moderati palestinesi i quali parlano di “sabotaggio degli sforzi di pace”. Gli Stati Uniti, invece, parlano di “un importante passo in avanti” rispetto alla pur parziale apertura di Netanyahu all’esistenza di uno Stato palestinese.Rispetto alle altre condizioni poste dal Premier, ci sarà ancora molto da discutere per uscire da questa fase di stallo. 

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