Obama e il provincialismo della sinistra
Ott 4th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Il presidente Usa, Barack Obama, lo ha ammesso senza giri di parole. “La mia rielezione sarà dura a causa della crisi economica”. Ma Obama non è l’unico leader in difficoltà con gli elettori a causa del rallentamento dell’economia mondiale e del timore di una recessione che potrebbe aggravare il tenore di milioni di persone nel mondo. In Europa tutti i capi di governo, a sentire i sondaggi, hanno perso una quota rilevante dei consensi che avevano al momento della loro vittoria elettorale. Perfino la cancelliera tedesca, Angela Merkel, non gode più del sostegno maggioritario del popolo tedesco, e le elezioni locali che si sono tenute nell’ultimo anno nei vari Lander tedeschi hanno registrato a volte un autentico crollo della Cdu, il partito della Merkel.
In Italia il premier Silvio Berlusconi ha ribadito anche di recente che non è facile governare l’Italia quando l’intera economia europea è assediata dalla speculazione finanziaria, e il governo è circondato da un esercito di sabotatori, in testa le toghe politicizzate, la sinistra giustizialista e i media schierati con l’opposizione. Un’analisi realistica della situazione, come lo è stata quella che Berlusconi fece alla vigilia delle elezioni del 2008, quando fu l’unico a scorgere un futuro pieno di difficoltà, mentre il candidato della sinistra, Veltroni, prometteva un nuovo miracolo economico.
Ora i successori di Veltroni non hanno perso la pessima abitudine di scambiare i loro desideri con la realtà. E se Berlusconi dice - come Obama - che è difficile governare con la crisi economica internazionale fuori della porta, Bersani e soci replicano con le solite tiritere: “è tutta colpa del governo”, e “Berlusconi vada a casa”. Nelle analisi della sinistra, tutto ciò che è accaduto nel mondo negli ultimi due – tre anni non entra neppure per sbaglio: crisi dei mutui subprime, fallimento della Lehman&Brothers, speculazione sui debiti sovrani, possibile default della Grecia e attacco all’euro sono fatti che, nel loro insieme, hanno costretto tutti i governi a manovre di finanza straordinaria per mettere i conti pubblici in sicurezza. Lo ha fatto anche l’Italia, con il governo Berlusconi, salvando così i risparmi delle famiglie, milioni di posti di lavoro, la tenuta delle banche e la solidità del sistema produttivo. Sono fatti evidenti, incontestabili: basterebbe rileggere i titoli di prima pagina dei giornali degli ultimi tre anni, anche di quelli che ogni giorno chiedono il passo indietro di Berlusconi. Solo la sinistra di Bersani e soci continuano a fare finta di non averli mai letti e ad ignorare la realtà.
Mostrando un inguaribile provincialismo, tipico di quei politici dalla visuale sempre più corta, che - quando il saggio indica la luna – guardano il dito, e non sanno andare oltre.
Non c’è alternativa: di fronte al provincialismo della sinistra, alla sua ipocrisia eretta a metodo di analisi, il governo e Berlusconi hanno non solo il diritto, ma il dovere di continuare a governare fintanto che avranno in Parlamento una maggioranza in grado di assicurare la fiducia. Solo così facendo, il governo potrà fare il bene dell’Italia e meritare di nuovo la fiducia degli italiani quando nel 2013 arriverà il termine naturale della legislatura.
Pdl/Ecco regole dei congressi provinciali, vale ‘una testa un voto’
“Abbiamo definito il regolamento per i congressi provinciali che si terranno nel mese di novembre. Le iscrizioni saranno chiuse entro la fine di ottobre”. Lo afferma il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, al termine della riunione nella sede del Pdl del “tavolo delle regole”, a cui hanno partecipato anche il segretario del partito Angelino Alfano assieme a Denis Verdini e Maurizio Lupi. Il nuovo regolamento prevede il principio di ‘una testa un voto’: “Chi si iscrive avrà diritto a votare – precisa La Russa-. Si tratta di un meccanismo rigoroso visto che l’iscrizione avviene mediante un bollettino a cui vanno allegati anche gli estremi della carta di identità”. “Per gli associati si va da 50 euro fino ai 1.000 per i parlamentari. Mentre gli aderenti – conclude - che hanno solo diritto di voto attivo il costo della tessera è di 10 euro”.