Il PDL non teme il referendum

Ott 4th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Chi ha paura del referendum? Di certo non noi. Il nostro movimento ha sempre vinto, sia con l’attuale legge elettorale – il porcellum, quella che si chiede di abolire – sia con la precedente, il mattarellum, quella che tornerebbe in vigore.

 

Anzi. Siamo stati battuti soltanto due volte. Nel 1996, grazie al ribaltone. E nel 2006, quando avemmo la maggioranza numerica dei voti ma non quella dei seggi, principalmente proprio a causa di una delle particolarità di questa legge elettorale, che assegna i senatori su base regionale. Per l’esattezza: il centrosinistra di Romano Prodi ottenne 24 mila voti in più alla Camera e ben 500 mila in meno al Senato. Ma la ripartizione regionale e l’esito ambiguo dei seggi assegnati all’estero consegnarono a Prodi una vittoria di cartapesta, ed il loro governo non resse neppure due anni.

 

Ancora. La legge elettorale attuale è su base proporzionale con premi di maggioranza. La legge che tornerebbe in vigore in caso di vittoria referendaria sarebbe di tipo maggioritario. Queste tecnicalità, seppure importanti, passano in secondo piano di fronte alle scelte finora espresse chiarissimamente dal corpo elettorale. Che, dal 1994 ad oggi, sono:

·       una netta maggioranza degli italiani è a favore dei moderati, del centrodestra, e contraria ad affidare il Paese alla sinistra;

·       una netta maggioranza degli italiani (tranne l’anno del ribaltone) ha sempre deciso di affidare il governo a Silvio Berlusconi.

 

Si può ragionevolmente dire che il milione e 200 mila cittadini che hanno firmato per il referendum intendessero soprattutto rivendicare il diritto di tornare a votare per i candidati, che con la legge attuale sentono come calati dall’alto. Ebbene, nessuna paura neppure di questo. Abbiamo detto più volte, sia Silvio Berlusconi sia Angelino Alfano, che da noi non contano gli stati maggiori, ma il popolo. Quindi massima attenzione ai segnali che giungono dal popolo sovrano, e nessuna paura del referendum.

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