Intercettazioni, ora si cambia
Set 30th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
La sinistra la chiama “legge bavaglio”, alcuni giornalisti anche, e tutti si schierano contro la “accelerazione” impressa dal governo alla legge sulle intercettazioni (mercoledì si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità alla Camera). Ma come si fa a parlare di accelerazione? Risale al 2007 l’approvazione da parte della Camera, praticamente all’unanimità, della riforma Mastella, e sono ormai passati due anni da quando il Senato ha dato il via libera al ddl Alfano. Dunque, un Parlamento serio ha il dovere di approvare finalmente le nuove norme, che sono norme di civiltà.
Ecco la situazione.
· La maggioranza intende ripartire dal testo della Commissione, che fu accettato anche dall’Udc e da Fli perché prevede l’udienza-filtro che sceglie davanti al giudice le intercettazioni rilevanti da quelle irrilevanti.
· Il Pdl è pronto a recuperare una parte del testo Mastella, votato nel 2007 dal centrosinistra, che vieta la pubblicazione di quelle intercettazioni che intaccano la privacy dei cittadini e non hanno interesse pubblico. Sparirebbe così la possibilità, voluta dal presidente della Commissione giustizia Bongiorno, di consentire sempre e comunque la pubblicazione per riassunto degli atti.
· Gli editori rischieranno fino a 450mila euro di multa. Previsto il carcere fino a tre anni per chi pubblica intercettazioni destinate a essere distrutte. Impiegati dello Stato e giornalisti potranno incorrere in una sospensione di tre mesi dal servizio e dalla professione.
· Terminato il periodo di durata massima delle intercettazioni telefoniche (75 giorni), il pm potrà chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se avvertisse il rischio della consumazione di un nuovo reato o se ritenesse di essere di fronte a una prova fondamentale.
· Se un pm rilascia dichiarazioni sul processo o viene indagato per violazione del segreto, potrà essere sostituito.
· Per chiedere un’intercettazione telefonica o visiva, e i tabulati, serviranno “sufficienti indizi di reato” per i delitti di mafia e di terrorismo o “gravi indizi di reato” per tutti gli altri crimini. Le utenze devono appartenere ai soggetti indagati o a chi è comunque a conoscenza dei fatti per cui si procede.
· Ad autorizzare il pm, per ogni richiesta o proroga delle intercettazioni sarà il tribunale collegiale del capoluogo di distretto, al quale dovrà inviare ogni volta tutte le carte.
· È prevista una pena da sei mesi fino a quattro anni di carcere per chi effettua in modo fraudolento riprese o registrazioni di conversazioni a cui partecipa o comunque effettuate in sua presenza. C’è una clausola di salvaguardia per i servizi segreti. Esclusi, dopo molte polemiche, i giornalisti.
· La legge non si applicherà ai processi in corso nei quali siano già state richieste e autorizzate delle intercettazioni. Tutti gli atti compiuti fino al momento della sua entrata in vigore, ascolti compresi, saranno salvi.
Cicchitto: Bompressi graziato perché non sopportava il carcere
“Ricordiamo che Ovidio Bompressi, l’assassino di Calabresi in concorso con Pietrostefani e con Sofri, ebbe la grazia perche’ non sopportava il regime carcerario. Analogo trattamento non viene riservato a Lele Mora e a molti altri perche’ contro di essi il carcere viene usato come sistema di tortura per farli confessare, o come punizione per non aver chiamato in causa altri”. Lo dichiara Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl.
“Il problema della carcerazione preventiva -aggiunge- e’ stato giustamente sollevato dai radicali e riteniamo che il uovo ministro di Grazia e Giustizia deve affrontare questo problema gravissimo sia con interventi pratici sia con eventuali interventi legislativi”.
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