TEHERAN: LA SCONFITTA DEI MODERATI
Giu 14th, 2009 | Di cc | Categoria: Esteri
(di Matteo Perrottelli) - Venerdì scorso si sono svolte le tanto attese elezioni politiche in Iran per l’elezione del capo di Stato. Lo sfidante del discusso Mahmud Ahmadinejad era il moderato Moussavi sul quale molti, sia nel paese che in tutta la comunità internazionale, riponevano speranze di un cambiamento in senso democratico per l’Iran.Le ore successive alla chiusura dei seggi, più volte rinviata data l’affluenza massiccia degli iraniani in questa tornata elettorale, sono state convulse e caratterizzate da forti scontri nelle strade della capitale. Moussavi, infatti, si è dichiarato vincitore con un ampio margine sul suo avversario in una conferenza stampa tenuta quando le operazioni di voto non erano ancora concluse. Ahmadinejad, dal canto suo, ha subito ribattuto che l’agenzia ufficiale Irna lo dava vincente con più del 50% dei voti, il che significa che non ci sarebbe stato bisogno neanche del ballottaggio per riconfermare il Presidente uscente.Alla notizia della vittoria del candidato moderato, i suoi sostenitori si sono riversati in piazza per festeggiare la vittoria provocando l’intervento della polizia che ha applicato il divieto di assembramento vigente fino all’ ufficialità dei risultati.In serata, il Ministero dell’Interno ha diffuso i risultati secondo i quali Ahmadinejad ha vinto con il 62,6% dei voti contro il 33,7% del rivale Moussavi, scatenando le proteste di quest’ultimo che ha denunciato irregolarità e brogli. Si sono, dunque, susseguiti altri scontri tra sostenitori di Moussavi e la polizia che, secondo la tv satellitare Al Arabiya, hanno provocato almeno tre morti. Ahmadinejad, invece, ha sostenuto la correttezza delle elezioni, insieme alla Guida suprema dell’ Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, il quale ha esortato alla calma gli sconfitti. La riconferma di Ahmadinejad non può certo far piacere alla comunità internazionale, la quale avrebbe di gran lunga preferito un interlocutore più moderato rispetto all’attuale leader ultraconservatore. Il premier israeliano Netanyahu si è detto molto preoccupato per la rielezione di Ahmadinejad e, in primis, per i suoi progetti nucleari. Queste elezioni potrebbero anche mettere a rischio “la mano tesa” da Obama all’Islam e a tutto il Medio Oriente nel suo ultimo discorso in Egitto, dato il ruolo chiave dell’Iran in quella zona. Matteo Perrottelli