La realtà dei circhi. Perché i maltrattamenti avvengono ancor’oggi

Set 27th, 2011 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani

Circo. Luogo di svago per le famiglie o di torture e sofferenze per gli animali? E’ poco trattata questa problematica, si dice che altre hanno la precedenza, e la morte degli animali? E’ stato stimato che in  media muore un animale al giorno all’interno dei circhi, in preda a terribili agonie, al fine di essere addestrati e picchiati per il sol divertimento del pubblico. Sorge spontanea la domanda: chi è il vero mostro? Gli addestratori o le persone che pagano per ridere e sbeffeggiare, ma soprattutto che aiutano a mantener viva questa triste realtà.

Di recente il film “Come l’acqua per gli elefanti”, diretto da Francis Lawrence, mostra come all’interno del circo dei fratelli Benzini l’elefantessa Rosie e tutti gli altri animali subiscono tremende punizioni corporali per giungere all’addestramento. Ma se si crede che queste cose avvenivano solo all’inizio del secolo, dove la sensibilità verso gli animali era inferiore, purtroppo non è cosi, perchè situazioni del genere ci sono ancora, e lo afferma la stessa Liana Orfei: “La tigre è pericolosa perché è astuta e vigliacca,  ti attacca a tradimento. La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente.” E ancora continua: “Le foche possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po’ di pesce ottieni quello che vuoi”. Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, prosegue Orfei: “… poi ricomincia la storia con la carne finché la belva si rende conto che se va su riceve dei pezzettini di carne, sa va giù la picchiano, e allora va su”. Tuttavia bisogna tener presente che personaggi della stessa famiglia la pensano in modo più “umano”. Paride Orfei infatti, con il suo circo “ecologico”, ovvero senza animali, lotta contro gli addestramenti, i quali, lui stesso afferma che avvengono con “scariche di corrente, forconi e uncini usati per far fermare gli elefanti”. Secondo la proposta di legge italiana del 2008: In base alle nuove norme i contributi ( 6.692.770,97 euro nel 2007) del FUS (Fondo unico per lo spettacolo) saranno dati ai soli circhi e agli spettacoli viaggianti che non useranno animali e nel nostro Paese non potranno entrare circhi che li usano per i loro spettacoli. In Europa sono già 15 i Paesi che totalmente o parzialmente vietano che si esibiscano animali nei circhi.

Per non parlare del dopo spettacolo, dove le povere bestie ritornano nelle loro strettissime gabbie, tra i loro escrementi, dove con occhi spenti e privati della gioia di vivere, non gli resta altro da fare che girare e rigirare in quei pochi metri ed aspettare i prossimi addestramenti o la morte. E nel caso gli animali avessero la fortuna di essere rimessi in libertà, quando ormai vecchi ed inutili lasciano il circo, non avrebbero un destino migliore dato che, incapaci di cacciare o di sopravvivere, diventerebbero facili prede di altri animali. Ma per i cuccioli non è cosi, lavorare sul loro reintegro richiederebbe  poco tempo e finalmente capirebbero cos’è davvero la libertà e la possibilità di vivere.

Ottenere un circo senza animali non è un’utopia, ma bisogna solo avere un po’ di buona volontà e di sensibilità in più. Perché anche gli animali, come noi, vogliono e meritano maggior rispetto e il diritto di essere liberi.

 

Elda Pirozzi

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