Berlusconi: manovra, abbiamo fatto un miracolo
Set 12th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
“Grazie al comportamento della nostra opposizione e dei suoi giornali si è creata intorno alla manovra molta confusione”. Silvio Berlusconi inquadra così la necessità di far slittare l’incontro a Palazzo Chigi con i magistrati della Procura di Napoli che indagano sul caso Tarantini per dare, invece, la precedenza a un serrato tour presso i vertici delle istituzioni dell’Ue, domani, in modo di rimediare, spiega da Canale5, al fatto che “si sono indotte le autorità e le istituzioni europee a pensare che il governo volesse fare passi indietro rispetto alla manovra approvata e che, insomma, non fossimo seriamente intenzionati a fare quei sacrifici che ci porteranno al pareggio di bilancio nel 2013”.
“Si è posta come una necessità, suggerita soprattutto dai nostri uomini a Bruxelles come Tajani, o il nostro presidente del gruppo e altri ancora, di confortare i nostri interlocutori europei per chiarire come invece fosse tutto il contrario”, rileva Berlusconi che ribadisce anche nell’intervista a Belpietro, in collegamento telefonico, come il timing degli appuntamenti con Van Rompuy, Barroso e Buzek abbia di fatto imposto la data di domani, facendo così saltare l’appuntamento con i pm a Palazzo Chigi.
E allora, a proposito di confusione, il presidente del Consiglio afferma che le varie stesure della manovra “non sono stati ripensamenti ma miglioramenti” e spiega: “quando ci siamo accorti che la speculazione internazionale voleva concentrarsi sui titoli del nostro debito pubblico, abbiamo fatto delle indagini presso le maggiori banche del mondo ed è venuta fuori chiaramente la decisione delle banche e dei fondi americani di collocare sul mercato i titoli pubblici che avevano in portafoglio. Abbiamo capito, perciò, che si sarebbe creata una situazione pericolosa ed abbiamo contattato immediatamente la Bce, che ha anche questo compito, e abbiamo chiesto alla Bce di intervenire sul mercato secondario dei titoli per acquistarli, ove ci fosse stata una messa sul mercato importante di questi titoli”.
Poi, prosegue Berlusconi, “la Bce ci ha detto ‘siamo a disposizione, occorre tuttavia che voi anticipiate al 2013 il pareggio che nelle ultime manovre avete previsto per il 2014’, e ci hanno anche dato con una lettera, che loro ci hanno chiesto di tenere riservata, le indicazioni sulle materie nelle quali dovevamo intervenire. E io mi sono trovato con meno di quattro giorni di tempo per redigere una manovra da venti miliardi nel 2012 e più di 50 nel 2013, cosa per la quale ho dovuto cercare l’accordo delle parti sociali, di tutti i ministri e di tutti gli alleati. Ho fatto il miracolo di completarla entro il momento che ci avevano dato, il venerdì sera, perché avevano bisogno del sabato e della domenica prima di intervenire il lunedì sui mercati, per convocare e informare della manovra tutti i Governatori delle Banche centrali dell’Euro, che a loro volta avrebbero informato i governi, perché i soldi che impiega la Bce sono di tutti i cittadini europei”.
“Io ho fatto il miracolo - rivendica - di mettere d’accordo tutti e completare la manovra entro il venerdì sera, sono andato in conferenza stampa e ho detto che non era la manovra che consideravamo definitiva perché sapevamo bene che può essere migliorata”. Certo, a fronte della disponibilità ai contributi di tutti per quel miglioramento, espressa allora, Berlusconi oggi chiude con un “non credo proprio” a chi gli chiede se sia possibile intervenire ancora su quella che sottolinea essere una manovra “lungamente approfondita e che verrà varata con il voto della Camera questa settimana, probabilmente entro mercoledì”. Insomma, “la manovra è giusta, addirittura con mezzi in più perché abbiamo introdotto l’Iva e quindi con saldi sicuri”.
Berlusconi difende anche i tagli ai costi della politica: “I tagli ci sono, ai parlamentari è stato richiesto un supplemento di solidarietà che è il quadruplo rispetto agli altri contribuenti, abbiamo varato la soppressione di tutte le Province e il dimezzamento dei parlamentari con un disegno di legge costituzionale che diventerà legge prima della fine della legislatura. Quando si fa una manovra come questa, che avrebbe schiantato qualsiasi governo del passato, si deve badare alla sostanza. Era logico concentrarsi sulle misure più produttive di risultati come Iva e contrasto a evasione”.
Berlusconi torna a sottolineare la necessità di riforme istituzionali che rafforzino i poteri del presidente del Consiglio. E ricorda che “abbiamo varato la riforma dell’architettura istituzionale dello Stato per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri dei suoi colleghi europei, senza i quali - avverte - non può assolutamente continuare e lo abbiamo fatto per superare il bicameralismo e ridurre a meno della metà il tempo per l’approvazione delle leggi”.
C’è spazio anche per parlare delle irrequietudini interne al Pdl. “È un grande cantiere aperto” dice il premier. Dopo “tre anni di vita e i grandi successi elettorali” si cercano “regole nuove che lo facciano diventare la vera casa dei moderati. Ha già iniziato a lavorare il gruppo delle regole, che entro il 30 settembre darà il via alla nostra stagione congressuale”.
L’obiettivo è “costruire un partito sempre più moderno e a contatto con la gente e per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere subito tutti i nostri sostenitori. In questi anni abbiamo posto le fondamenta del grande partito dei moderati italiani che deve essere e sarà la costola italiana della grande famiglia di democrazia e libertà in Europa, il Ppe”. Poi conclude: “non penso che sia opportuno modificare l’assetto di vertice, con Alfano” e i tre coordinatori “il cui apporto resta importante”.