La Parola di oggi

Set 11th, 2011 | Di cc | Categoria: Religione

PRIMA LETTURA (1Tm 2,1-8)
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo - dico la verità, non mentisco -,maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 27)
R. Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica.
Ascolta la voce della mia supplica,
quando a te grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio. R.
Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie. R.
Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre. R.

CANTO AL VANGELO (Gv 3,16)
R. Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,1-10)
Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
Parola del Signore.

OMELIA
“Egli merita che tu gli faccia questa grazia”, dicono gli anziani. Il centurione dice invece: “Io non son degno”. C’è una grande differenza fra il merito, cioè il diritto che noi avremmo su Dio, e la povertà espressa dal centurione. Perché mi succede questo? Io chiedo, ma non ho risposta. L’elenco dei nostri tentativi di mercanteggiare con Dio potrebbe essere lungo. L’uomo, di fronte alla propria impotenza e alla propria miseria, si rivolge a Dio, nel quale vede realizzata la totalità dei propri bisogni, e, in un atteggiamento che è già molto bello, ma anche vicino in certo senso al paganesimo, l’uomo si consola pensando che Dio non possa fare a meno di rispondergli concedendogli tutto ciò di cui ha bisogno. Perciò l’uomo è sempre tentato di mercanteggiare con Dio. L’uomo pensa spontaneamente che la preghiera generi una sorta di “dovuto” da parte di Dio.
Dio è Padre. Conosce i nostri bisogni e, poiché ha un cuore di padre, gli è gradito che noi li esprimiamo. Ma si aspetta da noi un atteggiamento filiale, fatto di fiducia assoluta. Un figlio aspetta tutto dal proprio padre. Un adolescente rivendica dei diritti, un adulto riconosce la propria nativa povertà di fronte a colui da cui dipende. Questa è la nostra situazione con Dio: “Io non son degno”, per poi sentirci rispondere: “Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!”. Perché la fede non è esigenza da parte dell’uomo nei confronti di Dio. Essa è fiducia nella sua onnipotenza, capace di realizzare molto di più di quanto è espresso nei nostri desideri. “E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito”.

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