Europa: la crisi, siamo tutti sulla stessa barca
Ago 17th, 2011 | Di cc | Categoria: Esteri
La grande sorpresa, che rappresenta poi un altro smacco per le capacità di previsione di tanti economisti, è la Germania che segna il passo. La locomotiva tedesca veniva celebrata l’anno scorso come un inarrestabile e velocissimo Eurostar, con una crescita del 3,6% grazie all’export teutonico nei mercati che tirano di più al mondo: cioè l’Asia, Cina in testa, e il Brasile. E tutti dietro ad arrancare.
La gelata del secondo trimestre 2011, il miserrimo +0,1%, trascina tutti al ribasso (nel primo trimestre era +1,3%), deprime le Borse e aumenta lo sconforto. E ci si accorge che non basta essere re nell’export verso l’Oriente se poi i partners europei in crisi, oscurati dal fantasma della stagnazione-recessione, non importano più i prodotti tedeschi. Infatti Berlino è vittima di un insolito problema: le importazioni complessive hanno superato le esportazioni, spingendo in rosso la bilancia commerciale.
Dal che discende che siamo tutti nella stessa barca e che non ha forse nessun senso ragionare sulle “doppie velocità“ . Come scrive Il Sole24 Ore, “l’arresto delle economie francese e tedesca è un riflesso della debolezza globale, ma anche dell’interdipendenza dei cicli economici in Europa. Rivela che è forse una finzione separare paesi deboli e paesi forti quando si condivide l’appartenenza alla stessa moneta e, come conseguenza, alla stessa realtà politica”.
Dopo il vertice Sarkozy-Merkel è spuntata l’idea di una tassa sulle transazioni finanziarie, i cui contorni sono ancora fumosi; come velleitario appare il richiamo a un “vero governo europeo” dell’economia che gli analisti vedono con scetticismo, almeno fino a che non si sarà capaci di sottomettere le politiche fiscali a decisioni comuni e centralizzate
Come spiega Tremonti quando parla degli eurobond, su cui si sta infiammando il dibattito nella Ue: “Abbiamo bisogno di bond comunitari per circa il 50-60% del rapporto debito/pil in modo da ridurre il peso degli interessi dei paesi più esposti”. Ma gli Stati che dovessero servirsi degli Eurobond “dovranno rinunciare alla propria sovranità in materia fiscale e sottoporsi a un maggiore controllo della Ue”.
E forse è questo lo scoglio più grosso, il motivo per il quale la Germania frena sui titoli pubblici europei.
Ue, pieno sostegno a proposte Merkel-Sarkozy
La Commissione europea esprime il suo ”pieno sostegno” alle proposte presentate ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Lo ha affermato un portavoce dell’esecutivo di Bruxelles.