Bondi: il PdL ha difeso con coerenza la dignità del Parlamento

Lug 21st, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

“Ieri il Popolo della Libertà ha difeso con coerenza la dignità del Parlamento e i principi liberali del diritto e della giustizia. Ciò nella consapevolezza che un vero rinnovamento, come dovrebbe insegnarci la nostra storia, non si edifica attraverso l’ipocrisia, la demagogia, il cinismo politico, bensì il fondamento solido della verità e della difesa inderogabile dello spirito delle leggi”. Lo afferma il senatore Sandro Bondi del PdL.

“La sinistra, purtroppo, insegue ancora oggi, immemore degli errori già compiuti, una palingenesi sociale e politica ottenuta attraverso la pratica dei sacrifici giudiziari, confermando così la propria natura illiberale fino al limite di una vera e propria disumanità”, conclude.

 

Margherita Boniver – “Hanno giocato a fare i piccoli Di Pietro dicendo sì all’arresto di Alfonso Papa e facendosi fotografare: è un gioco molto pericoloso”.

 

Fabrizio Cicchitto – “Una parte della Lega ha fatto un grave errore politico. Non ne trarremo conseguenze per il governo, ma certo occorrerà un chiarimento tra Berlusconi e Bossi. Sull’arresto di Alfonso Papa c’è stato un atteggiamento strumentale, per logiche di scontro politico, che hanno condotto a questo voto. Non c’è dubbio che con un settore della Lega, probabilmente maggioritario, che ha votato sì, c’è un dissenso politico e di principio che deve essere capito. Dovremo pure capire quali sono le intenzioni politiche reali di Maroni, anche al di là di questa vicenda”.

 

Stefania Craxi – “L’arresto di Alfonso Papa è l’imbelle risposta dei parlamentari italiani alla forsennata campagna di stampa contro l’assenza, nella manovra economica, di qualsivoglia riduzione dei costi della politica. Non credo che gli elettori italiani siano così storditi da compensare, con l’arresto di Papa, lo scandalo della casta uscita indenne dalla manovra finanziaria. Il voto che ha deciso l’arresto di Papa segna un punto a favore della magistratura più faziosa ed una dolorosa sconfitta dell’Istituto parlamentare. Ancora una volta, come nel 1993, un Parlamento umiliato rifiuta di affermare il primato della Politica, scrivendo una delle pagine più oscure della nostra Democrazia”.

 

Antonio Leone – “Con il voto favorevole all’arresto dell’onorevole Papa, possiamo dire che il partito dei giudici è entrato ufficialmente in Parlamento. La Camera dei Deputati non era chiamata a decidere sull’eventuale colpevolezza di Papa, ma sull’esistenza o meno di intenti persecutori nei suoi confronti, del tutto evidenti negli atti presentati dalla procura di Napoli. Si è scelto di assecondare i sentimenti di antipolitica che sono diffusi nel Paese in questo momento di crisi economica, piuttosto che assicurare a Papa le garanzie che i padri costituenti vollero definire con chiarezza, a tutela del mandato parlamentare. Noi restiamo ora ancora di più garantisti. Lo abbiamo dimostrato negando al Senato l’arresto per l’onorevole Tedesco, a carico del quale sussisteva un impianto accusatorio ben più pesante di quello messo insieme per Papa dai pm napoletani”.

 

Osvaldo Napoli - “Qualcosa si è pericolosamente incrinato nel rapporto fra PdL e Lega. Il voto della Camera è l’abdicazione del Parlamento alla propria autonomia rispetto alla magistratura. Un Parlamento intimidito è l’equivalente di una democrazia sotto tutela. Dopo il voto di oggi nulla sarà più come prima”.

 

Eugenia Roccella – “Il voto segreto è un diritto del parlamentare che gli consente, su argomenti eticamente sensibili, di sottrarsi alla disciplina di partito e alle pressioni di schieramento. Violando questo diritto, il Pd si è assunto, a mio avviso, una pesante responsabilità: un rappresentante del popolo, in particolare quando è chiamato a decidere sulla libertà di una persona, non può subire condizionamenti e controlli ma risponde solo alla propria coscienza e al proprio senso di responsabilità. Controllare il voto vuol dire cercare di controllare le coscienze, pratica che speravamo appartenesse a una tradizione politica sepolta dalla storia”.

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