La Cig – Cassa integrazione guadagni – è sempre stata considerata un segnale inequivocabile sulle tendenze dell’economia: quando le imprese vi fanno ricorso, significa che la produzione, e la previsione di produzione, diminuiscono; quando calano le domande, significa che i lavoratori tornano a pieno regime e la produzione aumenta in una prospettiva positiva. La Cig è importante anche sotto un altro aspetto, oltre quello della solidarietà sociale: quando viene erogata, è una spesa per lo Stato, tramite l’Inps; quando diminuisce e i lavoratori tornano a tempo pieno, lo Stato ci guadagna poiché, sempre tramite l’Inps, arrivano i contributi previdenziali trattenuti dalle buste paga.

Ebbene, secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps, sono diminuite le ore di cassa integrazione effettivamente autorizzate ed è aumentato il monte dei contributi versati. Per questi ultimi, si tratta di due miliardi di euro in più incassati nel primo trimestre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010. Secondo il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, la contrazione delle richieste di autorizzazione ad usufruire della Cig “induce a qualche fiducia sui segnali di ripresa dell’attività produttiva”.

Mastrapasqua ha approfittato dell’occasione per fare rilevare che la lotta contro l’evasione contributiva sta dando risultati soddisfacenti con il recupero di 2,5 miliardi di euro di crediti. Il fatto che le aziende siano tornate a pagare regolarmente i contributi è “segno di attività produttiva” e anche di “una crescente fiducia nel sistema”.

Sebbene tutto questo non si traduca ancora in una diminuzione della disoccupazione, che comunque vede l’Italia al di sotto della media europea, il ritorno all’utilizzo normale dei dipendenti equivale a un aumento della produzione e questo è il dato fondamentale che conta e che consolida il fatto di una ripresa economica, ridotta finché si vuole, ma comunque una ripresa.

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Rai/I dati sul Tg della rete ammiraglia

Butti: il Tg1 gode di ottima salute

”Il Tg1 di Minzolini gode di ottima salute”: a prendere le difese del telegiornale della rete ammiraglia Rai e’ Alessio Butti, capogruppo del Pdl in Vigilanza.

”Il tema degli ascolti del Tg1, ma direi il tema degli ascolti della Rai, e’ un tema complesso - afferma Butti in una nota - che qualcuno vuole utilizzare politicamente per tagliare la testa a uno dei pochi spazi della tv pubblica non occupati dall’egemonia gramsciano-togliattiana dei soliti noti”.

”In ogni caso, il Tg1 di Minzolini gode di ottima salute. Nell’ultimo anno ha perso solo 2 volte contro il Tg5 e nel 2010 solo una volta, in epoche non lontanissime il Tg1 perdeva anche 70 volte l’anno. Le critiche politiche sono in conto ma chi opera in Rai dovrebbe conoscere meglio gli scenari, ci dicano piuttosto qualcosa sugli ascolti della Busi con la sua trasmissione su Rai3”.

Casoli: attacco a Minzolini è tutto politico

Per Francesco Casoli, vicepresidente del gruppo Pdl al Senato, ”l’attacco a Minzolini e’ tutto politico e si muove periodicamente nel tentativo di spegnere una delle poche voci non omologate”.

”Nell’ultimo anno - afferma Casoli in una nota - il Tg1 ha perso con il suo principale concorrente solo 2 volte e nel 2010 solo una volta, in epoche non lontanissime il Tg1 perdeva anche 70 volte l’anno. Quanto ai dati assoluti chi s’intende di televisione sa bene che siamo in una fase rivoluzionaria che ridimensiona le tv generaliste. Appena tre anni fa le tv digitali e satellitari erano attestate su percentuali risibili, ora occupano una fetta consistente dell’ascolto. Le critiche politiche sono in conto, ma chi opera in Rai dovrebbe conoscere meglio gli scenari”.

Laffranco: sono solo polemiche strumentali

“L’attacco al Tg1 di Minzolini e’ del tutto strumentale e politico”. Dichiara in una nota il vicepresidente dei deputati del Pdl, Pietro Laffranco, componente della commissione di Vigilanza Rai.

“I dati sono chiari: nell’ultimo anno il Tg1 ha perso solo due volte contro il Tg5 e nel 2010 solo una volta. I calcoli della salute o meno di un Tg si fanno con il suo diretto concorrente e non certo facendo paragoni con dati di ascolti di tre anni fa, quando le tv digitali e satellitari erano attestate su percentuali di ascolto irrisorie. Desta stupore che le critiche odierne al Tg1 siano mosse da chi opera in Rai e dovrebbe ben conoscere scenari e dinamiche della salute della televisione generalista, o forse sono dovute al fatto che il Tg1 e’ diretto da un giornalista che non viene da una tradizione post-comunista e dichiaratamente antiberlusconiana?”.

Mottola: nessun allarme, basta osservare i numeri

”Non esiste alcun allarme sugli ascolti del Tg1. Basta osservare i dati: il telegiornale diretto da Minzolini nell’ultimo anno ha perso solo 2 volte contro il suo principale concorrente e nel 2010 solo una volta. Sono dati inconfutabili che dimostrano chiaramente l’ottimo stato di salute del Tg1”. Lo afferma in una nota il deputato di Popolo e Territorio, Giovanni Mottola, membro della commissione di Vigilanza Rai.

”Gli attacchi a Minzolini, quindi -aggiunge Mottola- non si possono che leggere in chiave politica: si attacca chi non fa killeraggio nei confronti di Berlusconi e del governo. E’ ora che tutti comincino a rispettare il lavoro -conclude- di chi si impegna quotidianamente e con grande professionalita’ nella televisione di Stato”.

Senatori PdL: il Tg fazioso è il Tg3

“Vita ha problemi di fuso orario. Il Tg fazioso è quello che va in onda un’ora prima sulla terza rete e non certo il Tg1. La sinistra ormai è ossessionata da Minzolini. Vita e compagni anziché occuparsi del Tg1 pongano e risolvano soprattutto un problema: quello con se stessi e con la loro accecante faziosità “.

Lo hanno affermato i senatori del Pdl, Achille Totaro ed Enzo Fasano, componenti della commissione di Vigilanza sulla Rai.