Aumentano i malati di tumore. Il 70% delle malattie causate dall’inquinamento
Lug 5th, 2011 | Di cc | Categoria: Ambiente
Ogni anno ci sono 36.000 nuovi casi di tumore, il 15% dei quali per cancro ai polmoni, contratto da persone che non hanno mai toccato una sigaretta.
Negli ultimi trenta anni, inoltre, è stato riscontrato un drastico aumento della malattia, che scaturisce da alterazioni delle cellule per fattori esogeni. Sebbene non sia chiaro quanto l’ambiente influenzi la salute dell’uomo, poiché molti tumori hanno un’origine multifattoriale, è certo che l’incremento della malattie coincide con il livello di inquinamento. Inoltre, tra le sostanze cancerogene figurano anche pesticidi, metalli pesanti e radiazioni elettromagnetiche (rilasciate dai telefonini), con le quali entriamo quotidianamente in contatto.
E’ soprattutto il cibo a rappresentare però il principale fattore di rischio ambientale, perché gli alimenti incidono sulle neoplasie per mezzo della trasformazione dei nuclei sani in cellule tumorali, ma sono anche in grado di proteggerlo dalle sostanze cancerogene, con la produzione di radicali liberi.
I tumori alla mammella, alla prostata, ai polmoni ed al colon retto sono, ad esempio, maggiormente diffusi nei paesi industrializzati, a causa di una alimentazione eccessivamente calorica e troppo ricca di grassi idrogenati.
Gli alimenti, infatti, sono le sostante maggiormente esposte ai fattori inquinanti. Il pesce, ad esempio, è così vulnerabile ai contaminanti industriali (mercurio, piombo e cadmio) a causa degli scarichi a mare, che viene sconsigliato il consumo di tonno e pesce spada a donne incinte e bambini.
Uno studio commissionato dalla Regione Campania ha invece denunciato la presenza di un alto tasso di diossina ed arsenico nel sangue dei napoletani, la cui presenza è stata associata al consumo di mozzarella e verdura. Una ricerca promossa dall’Istituto superiore della Sanità, che ha dato vita al progetto Previeni, ha invece denunciato come la costante esposizione a contaminanti alimentari ed ambientali sia in grado di modulare l’attività ormonale e la fertilità, mettendo a rischio l’attività riproduttiva.
La prevenzione non avviene necessariamente con l’aumento dei controlli sugli alimenti, perché sarebbe certo più efficace la tutela preventiva dell’ambiente. Sarebbe quindi auspicabile promuovere l’agricoltura e l’allevamento biologici, che bandisce l’utilizzo di fitofarmaci, antiparassitari ed antibiotici, ed effettuare un monitoraggio delle materie prime provenienti da altri paesi.
Tra le buone abitudini alimentari, i nutrizionisti consigliano di consumare piccole quantità di vino rosso o di tè, perché ricchi di polifenoli in grado di aggirare la resistenza ormonale nei tumori mammari; iniziare il pasto con verdura cruda perché alcuni agenti naturali hanno la capacità di indurre nelle cellule degli enzimi antiossidanti, che attenuano lo stress ossidativo, riducono l’insorgenza dei processi infiammatori e le patologie degenerative del sistema nervoso e tumori.
Troppo spesso, però, le argomentazioni scientifiche soccombono davanti alle ragioni dell’industria, ma scelte di consumatori più consapevoli potrebbero modificare l’orientamento del mercato e fare così la differenza.
di Rosemary Fanelli