È stata raggiunta un’intesa tra Stato e Regioni sulla riforma dell’apprendistato, che così diventa più accessibile per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Lug 1st, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
È stata raggiunta un’intesa tra Stato e Regioni sulla riforma dell’apprendistato, che così diventa più accessibile per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
L’accordo che serve a rilanciare l’occupazione giovanile ha incontrato il favore delle parti sociali anche perché prevede ulteriori clausole rispetto al testo licenziato dal Consiglio dei Ministri del 5 maggio scorso.
Innanzitutto stabilisce l’apertura di un “tavolo” di verifica sulla spesa del Fondo sociale europeo finalizzato a trovare le risorse per incentivare le imprese a utilizzare questo tipo di formazione. Tale innovazione si rende necessaria se si considera, come hanno dimostrato alcune recenti rilevazioni, che solo il 15 per cento delle risorse era stato speso al 31 dicembre 2010. Se non verrà usato un ulteriore 15 per cento del totale del Fondo entro la fine di quest’anno, il nostro Paese sarà costretto a restituire una parte di quei soldi. Un piccolo tesoretto che andrebbe così sprecato solo perché non utilizzato.
Inoltre, grazie all’accordo raggiunto, la durata massima dell’apprendistato passerà da sei a tre anni che potranno salire a cinque per alcune figure legate all’artigianato, come l’orafo o il falegname. Ancora, la formazione, sottoforma di praticantato e dottorato di ricerca, passerà dalle 40 ore per il primo anno alle 120 ore, garantendo così professionisti più competenti e preparati, e la disciplina generale verrà rimessa ai contratti nazionali e non più a quelli territoriali e aziendali.
Quello raggiunto è un risultato importante per il Governo perché incentiva e qualifica l’occupazione giovanile in un Paese come l’Italia dove oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze non studiano né lavorano e il 26,7 per cento delle imprese non riesce a reperire manodopera qualificata.