Quorum, chi vota e chi no
Giu 8th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Il referendum abrogativo non è equiparabile alle elezioni politiche e amministrative. Esso, infatti, viene attivato da una parte: almeno 500 mila elettori e cinque Consigli regionali (art. 75, comma 1 della Costituzione). Ad esso hanno “diritto” – non “dovere” – di partecipare “tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati” (art. 75, comma 3 della Costituzione). Perché sia valido, occorre che partecipino al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto.Da questa normativa costituzionale si deduce che l’atto della partecipazione al referendum e l’atto della non partecipazione (astensione) sono sulle stesso piano. In effetti, quegli almeno 500 mila cittadini che possono chiedere il referendum sono – secondo la situazione anagrafica attuale – l’1,04% del corpo elettorale ed erano l’1,67% del corpo elettorale quando la Costituzione fu approvata. Di fatto le firme raccolte sono più numerose, almeno il doppio, ma resta il punto che una parte minima del corpo elettorale ha la facoltà di mettere in moto un meccanismo di consultazione che teoricamente riguarda tutti. Non c’è una norma esplicita di bilanciamento, come ad esempio la raccolta di firme da parte di chi “non vuole” il referendum. C’è solo una norma indiretta: se non si raggiunge il numero di firme richiesto, il referendum non ha luogo. Ma è una norma squilibrata poiché solo una parte dell’elettorato viene mobilitata.Il riequilibrio tra favorevoli e non favorevoli al referendum – indipendentemente dall’oggetto del referendum stesso – avviene attraverso la percentuale di partecipazione e questo dimostra che partecipare o non partecipare si equivalgono. Non c’è alcuna superiorità morale e civica in chi vota al referendum abrogativo. Inoltre, chi non vota (o vota “no”) non sceglie il vuoto legislativo, ma esprime la volontà di confermare la legge esistente, quella che i promotori del referendum vorrebbero abrogare. E questa è un’altra ragione per mettere sullo stesso piano chi si reca a votare al referendum e chi non ci va: sono due comportamenti dallo stesso effetto sul piano normativo e quindi del tutto equiparabili ed egualmente legittimi. È quindi sbagliato etichettare chi non vota come qualcuno che abbia un minore senso civico.Questa è la lettera e questo è lo spirito dell’art. 75 della Costituzione. Tutto il resto è propaganda. Legittima, ma pur sempre propaganda.