Napoli:De Magistris, solo chiacchiere
Giu 8th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli
A Napoli sono iniziati i fuochi d’artificio. Il sindaco de Magistris ha invitato Obama, gli ha scritto una lettera entusiasta. Pensa che tra innovatori s’intenderanno. Le cronache cittadine, entusiastiche come con il Bassolino del ’93, informano, annotano particolari risibili per le persone normali e già annunciano che la città sarà più bella e pulita di prima. La città non sfugge alla sindrome di Petrolini: ogni sciocchezza o ogni ovvietà proclamata con piglio stentoreo dal neosindaco merita un “bene, bravo, bis”. Il sindaco intanto bada soprattutto a tener pulita la città nei quartieri borghesi che l’hanno alluvionato di voti fin dal primo turno. L’unica persona seria in tanto sfasciume elogiativo è il generale dei Carabinieri Maurizio Scoppa. Un ufficiale napoletano tutto d’un pezzo che in occasione della celebrazione del 197esimo anniversario dell’Arma ha tenuto un discorso per nulla retorico e di severo richiamo al ceto politico. I giornali fingono di condividere il richiamo del generale dei Carabinieri, manon fanno autocritica e assecondano proclami, fanatismi irrazionali, trasformando un sindaco eletto dal 32 per cento degli aventi diritto al voto in un personaggio leggendario. De Magistris che esce di casa e incontra giovani che lo seguono (senza sapere perché), i dipendenti del comune che improvvisamente riscoprono la voglia di lavorare e dicono che non c’è bisogno di assumere cento nuovi dirigenti, basta e avanza la centuria che già affolla gli uffici di Palazzo San Giacomo. Il sindaco fa proprio un progetto che la destra lanciò nel ’97: trasformare il lungomare in un water-front che dovrebbe umiliare la Croisette di Cannes. Niente inceneritori ma raccolta porta a porta, assumendo i disoccupati “Bros” reclutati a suo tempo dall’assessore regionale di Rifondazione comunista Corrado Gabriele. All’improvviso si scopre che il quartiere ex operaio di Bagnoli è già all’avanguardia nella raccolta differenziata. Napoli sembra percorsa da un rinnovato senso civico. Sembra, appunto. Sembra ai giornali, e soprattutto agli opinion leader. Manca per la verità un progetto di città. Non si sa quale futuro toccherà a Napoli. L’industria, quel poco che ne era rimasta, ormai stenta a sopravvivere. La desertificazione produttiva degli ultimi dieci anni ha fatto il resto. E la sinistra inveisce contro Equitalia, che tra cartelle pazze, ganasce fiscali, pignoramento d’immobili, ha fatto una campagna elettorale martellante contro il governo. A Napoli c’è stato un vero e proprio boom di pignoramenti. Attilio Befera, numero uno dell’Agenzia delle entrate e presidente di Equitalia, ha assestato dei colpi mortali a quel po’ di piccole imprese che erano sopravvissute alla grande crisi. Gli imprenditori onesti che hanno dichiarato le imposte dovute e attraversano una crisi di liquidità per la crisi, sono all’esasperazione. Il comune fa cassa con le contravvenzioni. E non molla la presa. In una situazione del genere riesce gioco facile a de Magistris presentarsi come il Robin Hood dei tartassati. Si ispira a Michele Emiliano, il sindaco di Bari che l’11 magio scorso lanciò un editto contro Equitalia. Nella città c’è bisogno di una opposizione rigorosa che non sia tentata dal collaborazionismo di cui si giovò il primo Bassolino nel 1993. Qui non bisogna fare sconti. Qui bisogna smontare fin dall’inizio la macchina dell’acclamazione irresponsabile e del consenso immeritato. E la Regione dovrà opporre ai vaniloqui del sindaco i valori del fare, dell’iniziativa politica, dell’impegno a fianco delle imprese e di una forte iniziativa per l’occupazione produttiva. Ad altri dovranno toccare i fuochi d’artificio. Ad altri spetterà lanciare proclami ed editti, privi come sono della bussola del buongoverno, della serietà e del rigore. E il sindaco chiama in Giunta il Pubblico Ministero A Napoli il neosindaco, Luigi De Magistris, ha deciso di nominare quale assessore alla sicurezza della città Giuseppe Narducci, pubblico ministero della locale procura. Ai più questo nome dice davvero poco, ma c’è chi lo conosce bene. È il caso di Nicola Cosentino, coordinatore regionale campano del Pdl, che è da tempo finito nel mirino di Narducci, che l’ha indagato e trascinato sotto processo per collusione con la camorra. Il processo che vede imputato Cosentino è pieno di buchi, contraddizioni e lacune, basato su dichiarazioni di pseudo-pentiti smentiti più volte dai fatti e addirittura dichiarati inattendibili. Ma questo ai suoi avversari poco importa, perchè l’equazione “Cosentino uguale camorra” è stata cavalcata in modo sistematico e totalizzante da De Magistris durante la campagna elettorale. Ora il nuovo sindaco di Napoli dà un segno di gratitudine al pm che gli ha permesso di vincere a Napoli attraverso la demonizzazione del coordinatore campano, l’uomo che secondo De Magistris sarebbe stato dietro al candidato Lettieri. Ebbene, in un Paese normale un pm serio, che vuole apparire imparziale ed equlibrato, ringrazia per la generosa offerta e la declina, quanto meno per fare in modo che il processo da lui istruito mantenga uno straccio di credibilità. Invece Narducci ha fatto l’esatto contrario: ha disertato l’ultima udienza dibattimentale e ieri sera ha chiesto al Csm di essere messo in aspettativa.