Elezioni a Napoli. Il Grillo, la cicala ed altre specie sconosciute

Giu 3rd, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

 

Trascorsi i giorni della propaganda politica, dei concerti e dei comizi, nelle strade non restano che stralci di manifesti elettorali, pezzi di carta e di sogni (per i più disattesi), che si perdono nell’ immondizia, accalcata sui marciapiedi e diventata la triste normalità nel ritratto del golfo.

Lontani i tempi in cui Napoli era emblema dei musei, delle chiese e delle passeggiate romantiche sul lungomare, la capitale borbonica ha ceduto il passo alla decadenza di un popolo incapace di rialzarsi. Perché, in realtà, la città partenopea non è pronta per la rinascita.

Compromessi e taciti accordi continuano a far sì che la gente accetti che un turista muoia per un orologio, che le prostitute riempiano i vicoli del centro, che i parcheggiatori abusivi siano presenti laddove manca la legalità.  Questa la città che ci ha tramandato una ventennale amministrazione di centrosinistra, che dopo la provincia e la regione, ha visto crollare ancora una volta i suoi sogni di gloria, per cedere attualmente il passo a colui che è stato ribattezzato il nuovo Masaniello, ma che per molti è solo la trasposizione della parte più discutibile della magistratura e della città.

“Giggino ‘a manetta”, come è stato soprannominato il neo eletto, si è presentato come il paladino della legalità, della sicurezza e del cambiamento. Si è impegnato a liberare la città dall’immondizia (ma promettendo di bloccare i lavori del nuovo termovalorizzatore!), che gli anni della cattiva amministrazione hanno sedimentato, di abbattere le Vele di Secondigliano, simbolo dell’illegalità, per restituire decoro ad un rione che non cerca dignità, né riscatti sociali.  

Promesse, queste, che saranno certamente disilluse.

Come la sua carriera nella magistratura, terminata con le sanzioni del Csm e l’assoluzione di tutti i suoi indagati, anche il suo programma politico potrebbe rivelarsi ben presto l’ ennesima delusione per la città ed un nuovo tentativo, da parte dell’ex magistrato, di salire all’onore delle cronache, piuttosto che quello di far trionfare la legalità. D’altronde, se il magistrato, che durante la sua attività ha favorito così tanto gli avvocati avversari, tanto che tre diverse inchieste (Why Not, Toghe Lucane e Poseidone) gli sono valse solo le prime pagine dei giornali, c’è da aspettarsi che cotanta destrezza finirà con l’avvantaggiare anche i suoi antagonisti politici. Eppure, egli ha dimostrato che si può vincere anche senza possedere un programma politico concreto, né un minimo di esperienza amministrativa, perché la gente è stanca delle ambiguità del politichese e preferisce credere nelle parole di chi prospetta un cambiamento, anche se difficilmente realizzabile. In effetti, in qualità di Grillo della situazione, è stato avvantaggiato dalla inesperienza politica, dalla sua vicinanza ai centri sociali, dalla suo essere sui generis, che lo ha indotto ad entrare in competizione con lo stesso leader del partito che rappresenta. Ha vinto perché non c’era nessuna “cicala”, più o meno famosa, da contrastare e si è ritrovato, da solo, a combattere la battaglia verso la rinascita (di se stesso?).

Resta da chiedersi per quanto tempo ancora saremo sommersi dall’immondizia, perché ci vorranno mesi per avviare la raccolta differenziata, per individuare dei siti di stoccaggio e per decidere cosa fare dei rifiuti che non troveranno posto nell’ inceneritore, che saranno certamente esportati in altre regioni ( a caro prezzo). 

Nonostante l’agognata determinazione del centrosinistra, le elezioni amministrative sembrano aver avvallato, ancora una volta, il fallimento del PD, che con Veltroni ha cercato di scimmiottare, persino negli slogan (Si può fare) il riformismo statunitense (Yes we can), di creare un blocco compatto, ma incapace di allearsi con il terzo Polo e che soffre ancora per la mancanza di un leader e di un programma politico: un partito che ha fatto unicamente dell’antiberlusconismo il proprio manifesto elettorale.  Così, mentre a livello nazionale in molti hanno plaudito le recenti elezioni come il trionfo del centrosinistra, leggendovi la futura crisi del governo, la città di Napoli è diventata protagonista, suo malgrado, di una nuova commedia italiana, il cui copione è inesorabilmente già scritto.

 Rosemary Fanelli

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