Il governo oltre l’ostacolo

Mag 20th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Comunque finisca la partita di Milano – non facile ma assolutamente neppure impossibile – la sinistra dovrà togliersi ogni illusione: il governo andrà oltre questo ostacolo, continuerà a governare, manterrà intatta la propria maggioranza, e anzi stringerà sulle riforme, a cominciare dall’economia. Questo è stato il senso e il risultato dell’incontro di ieri da Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Nessuna resa dei conti, nessun gioco meno che corretto tra due alleati leali e strategici. Ci si concentrerà su Milano, ovviamente, perché la rimonta come abbiamo detto non è impossibile. Basta pensare al 28 aprile 2008, quando Alemanno vinse il ballottaggio per il comune di Roma contro Rutelli e passò da 677 mila voti a 1 milione 459 mila, più del doppio.L’esito di Milano sarà importante, però non decisivo. Oltre questo ostacolo, e senza più nessun turno elettorale da affrontare, la maggioranza si concentrerà sull’azione di governo, negli ultimi due anni di legislatura e in vista delle prossime politiche. Al primo punto dell’agenda c’è l’economia, con le misure per la ripresa e la crescita, che come già annunciato fin da subito non si limiteranno al decreto sviluppo. A quel provvedimento ne seguiranno altri; fino alla attesa riforma fiscale.La pressione delle tasse su cittadini e aziende dovrà scendere, sia in percentuale che valori assoluti, e questo avverrà per tre motivi. Il primo è l’aumento del Pil, il termine di raffronto. Il secondo è il recupero dell’evasione, che nel 2010 ha fruttato oltre 27 miliardi di euro, e che proseguirà. Il terzo, appunto, è il calo delle imposte. Verrà realizzato rispettando i vincoli europei, ma sarà fatto.Ieri Giulio Tremonti ha anticipato che il fisco sarà fin da subito meno vessatorio nei modi, perché l’evasione va combattuta senza inutili controlli sugli onesti e senza “ganasce fiscali”, di fatto ma anche simboliche. E ha poi confermato che la riforma ci sarà, perché “questo sistema fiscale è stato pensato per l’Italia di cinquant’anni fa, e nel frattempo tutto è cambiato e in modo certo non banale”.Le tasse non saranno però l’unica carta che il centrodestra giocherà nel dopo-elezioni. Sarà portato a termine il federalismo, ma soprattutto saranno implementate le misure per rilanciare la crescita. Nel pacchetto sviluppo ce n’è una assai significativa che riguarda il silenzio-assenso sul piano casa, nel caso che gli enti locali continuino a fare ostruzionismo. E ce n’è un’altra che prevede il credito d’imposta di 300 euro per ogni assunto a tempo indeterminato nel settore privato al Sud. E’ solo l’inizio.La sinistra su questo campo non ha nulla da opporre. Tanto meno quella che sta emergendo da queste elezioni, che è una riedizione dell’Ulivo prodiano senza Romano Prodi, ma con una pesantissima ipoteca di Rifondazione e di Di Pietro. Si tratta delle due forze che nel 2006-2008 colarono a picco quel governo, che nel frattempo aveva sottoposto il ceto medio e produttivo ad una torchiatura fiscale senza precedenti. Figuriamoci adesso.

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