Acqua: vizi e virtù. Quando fa bene berne un bicchiere dal rubinetto.
Mag 20th, 2011 | Di cc | Categoria: AmbienteGassata, liscia o naturale; povera di sodio o ricca di calcio, digestiva e depurativa.
L’acqua, un bene prezioso per chi la consuma, ma anche per le aziende che la commercializzano. Le acque minerali non sono tutte uguali, tanto che le varie ditte hanno ideato slogan e pubblicità con cui accaparrarsi nuovi consumatori, invitati costantemente a leggere bene le etichette ed a scegliere non un’acqua qualsiasi, ma l’ Acqua che depura, fa fare plin plin o fa digerire.
Imbottigliata microbiologicamente pura, dovrebbe essere custodita in bottiglie di vetro, al riparo dalla luce e lontano da fonti di calore, per preservarne le caratteristiche organolettiche e chimiche. Malauguratamente, i luoghi destinati allo stoccaggio ed alla conservazione dell’acqua non rispettano sempre tali requisiti. Inoltre, anche allo scopo di evitare che la prolungata conservazione favorisca la proliferazione di microrganismi ed addirittura la formazione di alghe, sulla base del Decreto 542/92 è consentito aggiungere sostanze quali arsenico, sodio e cadmio, in quantità che superano i quantitativi presenti nell’acqua potabile. Il decreto esonera le aziende dall’obbligo di indicare nell’etichetta la presenza di tali sostanze.
Le peculiarità dell’acqua potabile sono invece disciplinate dal Decreto L.31/2001, che fissa i limiti di tali sostanze o di minerali quali alluminio, ferro e manganese, a livelli molto più bassi rispetto a quanto previsto per le acque minerali ed addirittura superiori ai valori previsti dalla normativa comunitaria, che prescrive, ad esempio, la totale assenza di alluminio e di arsenico, sebbene in Italia tali sostanze siano tollerate rispettivamente fino a 20 e 50 nanogrammi per litro.
L’acqua minerale non è più pura dell’acqua potabile, ma sicuramente più cara, tanto più se si considera che confezionare un litro di acqua potabile costa circa 1 centesimo a bottiglia. Non è difficile capire le ragioni che hanno indotto grosse multinazionali, come
Attratte dagli enormi profitti, altre imprese hanno avviato un nuovo business legato all’acqua “purificata” ovvero sottoposta ad operazioni di demineralizzazione e di declorizzazione.
Tale meccanismo è utilizzato anche dalle caraffe filtranti, impiegate per depurare l’acqua (già potabile) del rubinetto, mediante un filtro a carbone attivo e resine a scambio ionico, in grado di abbattere la durezza dell’acqua ed il livello di cloro. In realtà, come emerso da un’inchiesta disposta dalla procura di Torino a seguito di un esposto promosso da Mineracqua (la federazione delle industrie di acque minerali, ndr), in alcuni casi il ph dell’acqua viene alterato a tal punto, da renderla non più potabile. Analisi di laboratorio, eseguite dall’università